L’abbazia di Northanger: Jane Austen’s world

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Ed eccomi qui a parlare con voi de L’abbazia di Northanger di Jane Austen. Ringrazio Susy de I miei magici mondi e Ely de Il Regno dei libri per avermi coinvolto.

Correva l’anno 1803 e Jane Austen terminava L’abbazia di Northanger, che venne subito comprato da un editore, ma che non fu pubblicato se non nel 1818, dopo la morte dell’autrice, che fa riferimento alla questione nella prefazione del romanzo.

Finita nell’anno 1803, questa piccola opera avrebbe dovuto essere subito pubblicata. Fu ceduta infatti a un libraio-editore e fu perfino pubblicizzata: per quale motivo la faccenda non sia poi più andata avanti, all’autrice non è stato dato sapere. È peraltro una cosa piuttosto curiosa che un qualsivoglia editore abbia ritenuto degno di acquisto ciò che non riteneva degno di pubblicazione. Tuttavia né l’autrice né tantomeno il pubblico se ne debbono preoccupare più che tanto, se non per il fatto che è necessaria una qualche osservazione relativa a quelle parti dell’opera che un intervallo di tredici anni ha reso piuttosto antiquate. Prego quindi il pubblico di ricordare che sono passati tredici anni da quando il libro fu finito, e molti di più da quando fu cominciato, e che durante questo periodo i luoghi, le abitudini, i libri e le opinioni hanno subito considerevoli mutamenti.

L’abbazia di Northanger è un’arguta parodia dei romanzi sentimentali e gotici dell’epoca, perché sono molti i riferimenti all’interno del testo alle opere letterarie appartenenti a questi generi, fornendoci un chiaro esempio di metalinguaggio.
Il romanzo si suddivide in due parti, ciascuna di quindici capitoli, e in un capitolo finale che funge d’appendice.
La protagonista della nostra storia è Catherine Morland, la giovane figlia di un ecclesiastico, con una nidiata di fratelli. La ragazza ci viene descritta come un’antieroina: a differenza delle altre protagoniste femminili dei romanzi dell’epoca, compresi quelli della Austen, Catherine non è particolarmente bella, né arguta, né intelligente. Abbiamo avanti, però, una lettrice appassionata di romanzi, soprattutto gotici, dotata di una fervente fantasia. La nostra antieroina si ritroverà a vivere le avventure che le eroine dei romanzi sentimentali e gotici sperimentano e lo farà tra le pagine dei libri, anche a causa dell’immaginazione galoppante che contraddistingue Catherine.
Il primo passo della Morland verso le avventure eroiche dei romanzi sentimentali è quello che le viene offerto da un viaggio a Bath con gli Allan, una ricca coppia senza figli. Le eroine viaggiano sempre in un romanzo, ma completamente diverso è il contesto in cui lo farà Catherine: se le protagoniste eroiche di un volume sentimentale ricevono mille consigli dai genitori sul viaggio e vengono sommerse dalle richieste di una fitta corrispondenza dalle sorelle minori, tutto questo a casa Morland non accade. La madre di Catherine infatti non ha tempo di occuparsi di ciò, visto che ha una nidiata di bambini di cui prendersi cura. Anche la signora Allan, tutta presa dalla moda e dagli abiti, non possiede nessuna delle caratteristiche che le accompagnatrici di un’eroina dovrebbero avere. Eppure per la sua semplicità, noi lettori possiamo immedesimarci in Catherine.
Una delle caratteristiche dei romanzi sentimentali è la descrizione di un ballo e generalmente parteciparvi è per l’eroine un immenso piacere. La stessa cosa, però, non può dirla anche Catherine, che si trova sommersa e schiacciata dalla folla e fatica a trovare delle persone con le quali conversare. Ad onore del vero, però, possiamo dire che questa sarà l’occasione dell’incontro tra Catherine ed Henry Tilney, il nostro eroe romantico, il cui padre possiede l’abbazia di Northanger.
Cinzia Giorgio nel suo saggio “Orgoglio senza Pregiudizio. Le ragazze di Jane Austen”, ci descrive quello che significava un soggiorno a Bath per i contemporanei di Catherine.

Stazione termale alla moda e all’epoca molto d’élite, Bath era una vetrina notevole per le fanciulle che giungevano da ogni dove per accasarsi. Spesso veniva scelta come meta perché Londra, durante la cosiddetta “Season”, ovvero la stagione dei balli e dei ricevimenti (di corte e non solo), era inaccessibile per via degli elevati costi degli affitti. Bath invece era più o meno accessibile per tutto l’anno e, a seconda del quartiere dove la famiglia della ragazza da marito risiedeva, consentiva l’avviarsi di un determinato giro di conoscenze. Vi erano infatti quartieri destinati all’aristocrazia e ai ricchi, e altri più popolari.

La nostra (anti) eroina in effetti conosce per lo più due famiglie: i Tilney, ovvero Henry e sua sorella Eleanor) e i fratelli Thorpe, ovvero Isabella e John. Il fatto che siano proprio gli Allen a ospitare Catherine spinge Isabella e John a pensare che i Morland appartengano a una famiglia benestante e che la giovane possa essere l’erede della ricca coppia senza figli. John e Isabella hanno chiaramente una natura meschina e puntano a contrarre matrimonio con Catherine e suo fratello. Isabella è una creatura decisamente finta e frivola, ma la nostra protagonista è un po’ troppo ingenua per capirlo.
Anche il padre di Henry ed Eleanor crede che Catherine sia ricca e l’invita nella sua dimora, l’abbazia di Northanger, per fare in modo che la giovane e Henry (del quale la protagonista è follemente innamorata) passino molto tempo insieme e finiscano per sposarsi. Ed ecco che la dimensione gotica del romanzo viene fuori con prepotenza. Catherine Morland è un’accanita lettrice dei capolavori del genere gotico e in effetti lei e Isabella avevano letto e citato Udolpho, il famosissimo romanzo di Ann Radcliffe (1794). Questa lettura influenzerà enormemente l’eroina, che non appena giunta all’abbazia, che era davvero la location perfetta per un romanzo gotico, inizierà a dar spazio all’immaginazione e a credere che, proprio come nei romanzi, il padre di Henry abbia ucciso la moglie. Le sue indagini basate su indizi ridicoli porteranno Catherine a vivere delle avventure da eroina gotico – sentimentale.

Quando il padre dell’uomo che Catherine ama, scoprirà la verità sulle disponibilità economiche della giovane, allontanerà la ragazza dall’abbazia senza alcuna cortesia, ma l’amore trionferà, perché Henry raggiungerà Catherine e le chiederà di sposarlo. Il protagonista maschile del romanzo è un uomo piuttosto dolce, educato, sensibile, ma soprattutto razionale, ovvero capace di riportare alla realtà la nostra Morland, sempre disposta a fantasticare.

L'abbazia di Northanger - Dichiarazione

 

Vi consiglio la versione cinematografica del 2007 de L’abbazia di Northanger, con Felicity Jones e Geraldine James, dove la fantasia sfrenata della protagonista viene messa in risalto.
Grazie per la cortese attenzione. Vi do appuntamento alle altre tappe. Qui il calendario.

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6 commenti su “L’abbazia di Northanger: Jane Austen’s world

  1. Esaustiva e completa questa tua analisi della storia, sono felice della tua partecipazione e del fatto che hai deciso di dare un’altra possibilità a questa storia forse meno conosciuta rispetto alle altre, ma bella nel suo genere.

  2. Devo ammettere che questo è uno dei pochissimi romanzi della Austen che non ho avuto il piacere di leggere ancora. Spero di provvedere presto. Grazie per questa bellissima analisi del romanzo!

  3. Devo ammettere, a differenza degli altri romanzi, di aver letto l’Abbazia di Northhanger soltanto una volta, e diversi anni fa, ma è quello in cui la vena ironica di Jane Austen colpisce di più la letteratura a lei contemporanea!
    Accetto il consiglio e appena posso recupero il film del 2007 🙂

  4. Ciao Susy. Grazie. In realtà mi è sempre rimasta una buona impressione del romanzo, ogni volta che l’ho letto. Catherine è deliziosa e dolcissima nella sua normalità. Però è chiaro che è un romanzo che resta meno in mente rispetto a Orgoglio e Pregiudizio o Ragione e Sentimento ed è un peccato, perché è geniale.

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