Un regalo sotto l’albero: Semplicemente Gio’ di Erika Lenti

 

Un regalo sotto l'albero - Cover

 

In occasione dell’evento Un regalo sotto l’albero, vi segnalo il romanzo di Erika Lenti, Semplicemente Gio’. Buona lettura.

 

Un regalo sotto l'abero- Lenti - cover

 

Giorgia sorride sempre alla vita e ha due grandi sogni: vivere di musica e incontrare il vero amore. Per un gioco del destino si imbatte in Liam, il perfetto principe azzurro. È un uomo dolce, gentile e bellissimo. Ed è proprio quando pensa di aver realizzato uno dei suoi più grande desideri che la sua strada incrocia quella di Dylan, un ombroso e affascinante ex musicista.
E mentre l’attrazione per Liam risuona di una melodia classica e la passione bruciante per Dylan la travolge come un brano rock, Giorgia scopre che i due ragazzi sono legati da un passato doloroso e da un futuro incerto.
Nelle sue mani c’è la loro felicità, ma anche la sua.
«Un giorno ti sveglierai e ti renderai conto di aver perso ciò che desideravi davvero.»

Un regalo sotto l'albero - card- lenti

 

Riempio i bicchieri e la invito a fare un brindisi: «Alla persona che sei, ai tuoi sogni, ai tuoi ideali, a tutto ciò che hai perso e che strada facendo hai trovato, al bene che hai donato e a quello che hai ricevuto, a tutto quello che non hai e che vorresti. Buon compleanno!»
Rimane imbambolata con il calice alzato e mi osserva in un modo che vorrei stenderla sul tavolo, qui davanti a tutti, e farle l’impossibile. Non dice nulla, beve un goccio e ispeziona l’ambiente circostante pur di non incrociare il mio sguardo.
Devo fare qualcosa, quindi mi gioco l’unica carta che credo sia imbattibile: entrare nel suo mondo. «Raccontami cosa hai provato la prima volta che hai suonato.» Spero funzioni.
I suoi occhi s’illuminano. «Ho pianto» dice schietta.
«Ti sei emozionata?»
Arrossisce. «No, ho proprio pianto lacrime vere di disperazione. Sono arrivata a casa su di giri, mi sono seduta, ho abbracciato la chitarra appena comprata e ho cercato qualche video su You Tube per imparare le prime tecniche. Dopo dieci minuti, mi sono fatta prendere dallo sconforto e l’ho riposta nella sua sacca.» ammette e per un attimo distoglie l’attenzione per a guardare fuori, quasi in una disperata fuga dai miei occhi. Poi continua: «Mi sono sentita disorientata, non sapevo cosa mi serviva e come imparare. L’ho osservata per giorni, chiedendomi cosa mi fosse passato per la testa, poi, dopo l’anniversario della scomparsa di mio padre, è scattato qualcosa dentro di me. Mi sono resa conto che abbiamo solo una vita da vivere e non possiamo arrenderci senza lottare davanti alle difficoltà. C’è soltanto una cosa certa nella vita: la morte. Non possiamo evitarla, né sapere quando arriverà, ma possiamo rendere più piacevole l’attesa, quindi, quella stessa sera, al ritorno dalla messa di commemorazione, ho preso di nuovo la chitarra tra le mani e non l’ho lasciata finché sono riuscita a muovere in modo decente le mani sulla tastiera e le corde.» Mima i movimenti come se l’avesse con sé. «Appena ho cominciato a sentire la melodia dei primi accordi, allora sì che ho pianto dall’emozione. È stato indescrivibile, naturale, come se non avessi fatto altro nella vita. Mi sono sentita attraversata da un’energia… pura. Avevo realizzato il mio sogno e, dopo tanto tempo, ero felice. Credo che tutti debbano raggiungere questo obiettivo: essere felici. Se non lo raggiungiamo, la vita allora non ha senso, perché puoi avere tutto, ma alla fine non hai niente.»
Non la finisce più di parlare e io non smetterei più di ascoltarla, però poi mi chiede: «Per te come è stato?»
“Stiamo parlando di te, non di me” vorrebbe ribattere il mio lato cattivo. È passato tanto di quel tempo che neanche me lo ricordo. Ero solo un bambino. «Non ha importanza» affermo teso.
Inaspettatamente, posa le sue mani sulle mie e dice: «Non abbandonare i tuoi sogni. Possono essere riadattati in base alle necessità, la forza ti verrà, perché non hai altra scelta. Dimostra a te stesso che non ti sei arreso e che ce la farai. La malattia vince se ti stanchi di vivere, considerala invece come un nemico da combattere.»
Le sue parole mi attraversano, le sento invadere le mie vene, come una trasfusione di sangue, ma il dolore è tuttora troppo forte e le respingo. Sfilo le mie mani da sotto le sue e lo faccio di nuovo: sto per alzarmi e lasciarla lì. Può benissimo chiamarsi un taxi.
Ma fa una cosa inaspettata, che mi spiazza: afferra il suo bicchiere colmo di champagne e lo beve tutto d’un fiato. Wow! Poi dice: «Il primo bicchiere è per la sete, il secondo?»

Un regalo sotto l'albero - Erika

Erika Lenti nasce nel 1979, in un paese in provincia di Roma, dove vive tuttora insieme al marito Massimo, i figli Manuel e Marissa, e l’amico a quattro zampe Rossano.
L’arte le sembra una cosa per “grandi”, finché non scopre che inventare storie e dare vita ai personaggi le riesce bene. Nel 2019 approda nel mondo del self-publishing con il romanzo d’esordio Semplicemente Gio’, vincitore del premio wattys nel 2017.
Nello stesso anno esce il suo secondo romanzo Il lato nascosto dell’amore.
Nel suo futuro ci sono nuove storie in stesura e progetti importanti nel mondo del romance e non solo.

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