Un regalo sotto l’albero: Numeri Amore & Guai di Silvestra Sorbera

 

Un regalo sotto l'albero - Roggero

In occasione dell’evento Un regalo sotto l’albero, vi segnalo Numeri Amori & Guai di Silvestra Sorbera. Buone feste e buona lettura.

 

Un regalo sotto l'albero - Sorbera -cover

 

Lei è un ingegnere. Lui anche.
Lei è ambiziosa e determinata. Lui pure.
A lui piace comandare. A lei di più.
Roberto e Claudia vivono a Roma, si conoscono, si scontrano, si odiano, si amano e poi si odiano di nuovo.
Ce la faranno due calcolatori, poco inclini ai bisogni degli altri, a sopravvivere alla vita di coppia?

 

«Si è rotta la macchina.»
«E quindi? Ti hanno dato un passaggio?»
«No, sono venuta con i mezzi, per questo ho fatto tardi. Scusa.»
«Quando te la ridanno?»
«Carlos, non ne ho idea e soprattutto, quando sarà pronta, non so se avrò i soldi per pagarla.»
«Dai, quando finiamo ti riaccompagno io e poi da domani ci organizziamo.»
«Grazie.»
La serata si presentava impegnativa, quasi non c’erano più tavoli, lei e Carlos facevano la spola tra le ordinazioni ai tavoli e al bancone. E poi ancora rispondevano ai richiami dei ragazzi dalla cucina e spesso finivano in magazzino per prendere scorte. In un mese di lavoro serate del genere le erano capitate pochissime volte e, quando accadeva, riusciva sempre a portare a casa qualche mancia in più che, con il disastro del pomeriggio, non era una cosa da poco.
Intorno alle 20:30 si presentò anche Roberto. Dopo la discussione della mattina e i problemi con l’auto Claudia non ci aveva proprio pensato anche se la sua amica Manuela le aveva consigliato di chiamarlo.
«Roberto – lo chiamò lei cercando di essere più gentile – ceni con noi?»
«Oggi non ho pranzato ma non mi sembra la serata ideale per restare qui.»
«Quel gruppo lì in fondo fa un sacco di casino, avranno da festeggiare qualcosa.»
«Senti magari vado.»
«No, dai resta – cercò di essere gentile così da farsi perdonare le cattiverie della mattina – offro io, quel che c’è. Senza troppe pretese, sai Carlos non vuole cambiare di una virgola il suo menù. Non accetta consigli, ma tu non dirglielo.»
Roberto si sedette e la guardava lavorare e correre di qua e di là, ogni tanto lei le dedicava un po’ di attenzioni ma era troppo indaffarata.
Ad un certo punto i ragazzi che facevano casino l’avevano chiamata per fare delle altre ordinazioni, erano lì già da un po’, il locale si stava svuotando piano piano ma loro continuavano a fare casino e a ordinare cibo e birre. Claudia si avvicinò portandosi dietro un vassoio per svuotare il tavolo prima di portare altro cibo, si piegò in avanti per prendere una bottiglia vuota quando sentì una mano sul suo sedere. Si girò di scatto e si allontanò iniziando ad aggredire verbalmente il ragazzo che, dal canto suo, si sentiva quasi in dovere in farlo visto l’allegra serata con gli amici.
«Non fare la difficile, non sarà la prima volta.»
Claudia voleva scaraventare addosso al palpatore e ai suoi amici che continuavano a ridere, tutto quello che le capitava sotto tiro ma poi iniziò ad inveire verbalmente tanto da attirare su di se l’attenzione degli altri clienti, di Carlos, e anche di Roberto che intervenne in suo soccorso.
Mentre continuava a urlare e imprecare contro quel gruppetto che invece continuava a riderle in faccia Roberto riuscì a trascinarla via mentre Carlos invitò i ragazzi a pagare e andare da un’altra parte. Lei, seguita da Roberto, si rifugiò nella saletta di Carlos, dove l’uomo teneva tutte le sue cose, il pc, i libri contabili, foto di famiglia. Lei c’era entrata un paio di volte ma, aveva bisogno di nascondersi dal mondo intero anche se Roberto l’aveva seguita.
«Tutto bene?» chiese lui.
«Si, certo, solo che sono molto nervosa e..»
«Non ti devi giustificare, non è stato bello.»
Claudia si mise a piangere, singhiozzava disperata.
«Dai, non è successo niente, calmati.» La incalzava lui.
«Non piango per un ragazzino che mi tocca il culo. Sono stanca, sfinita, mi sento oppressa. Non ce la faccio più a rincorrere tutto. E questo che doveva essere un lavoro temporaneo sembra invece definitivo.»
«Dai, non abbatterti, lavori qui da un mesetto non è definitivo.»
«Credimi, a me sembra più di un mese.»
Carlos era arrivato per darle manforte, la fece ridere un po’ insieme a Roberto e le consigliò di andare a casa visto che le presone ormai erano poche e l’orario di chiusura si stava avvicinando, fece anche promessa solenne di non scalarle l’ora di uscita anticipata dallo stipendio.

Un regalo sotto l'albero - Sorbera - card

Lei si cambiò, Roberto decise di aspettarla, una volta pronta si avviarono verso l’uscita.
«Ti accompagno alla macchina.»
«Non c’è l’ho la macchina.»
«In che senso?»
«Nel senso che si è rotta ed è dal meccanico e ci resterà fin quando non avrò i soldi per pagarlo. Semplice.»
«E come sei arrivata fin qui?»
«In autobus.»
«Ti accompagno io. Andiamo.»
«Ho come un déjà vu.»
«Sali scema.»

Un regalo sotto l'albero - Sorbera

Silvestra Sorbera

Classe 1983, piemontese di origini siciliane, è una giornalista e autrice di racconti e romanzi. Per la serie “Il commissario Livia” ha pubblicato il racconto lungo “La prima indagine” il romanzo “I fiori rubati” e “Castelli di sabbia”. Per la serie “Simone e la rana” ha scritto nel 2013 la favola “Simone e la rana: viaggio nel bosco magico” e nel 2017 “Simone e la rana: viaggio nel castello stregato”. Nel 2013 pubblica il saggio letterario – cinematografico “La forma dell’acqua. Camilleri tra letteratura e fiction”. Nel 2018 il saggio “L’Allieva tra letteratura e fiction”. Nel 2014 pubblica i racconti “Vita da sfollati” e a seguire “Sicilia” e “La guerra di Piera”. Nel 2016 il romanzo autobiografico “Diario per mio figlio” e il romanzo “Sono qui per l’amore”. Nel 2018 e la commedia romantica “Numeri Amore & Guai”.
Con la collega Mariantonietta Barbara scrive i romanzi “Amiche per caso” e “10 ragazzi per me”.
Se vuoi scriverle: [email protected]

 

Precedente Un regalo sotto l'albero: Le infinite probabilità dell'amore di Alessandra Paoloni Successivo Un regalo sotto l'albero: Mi innamorerò sempre di te di Ariel Di Cola

Lascia un commento