Un amore senza fine di Lauren Layne. Recensione.

Un amore senza fine di Lauren Layne. Recensione.

 

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Questo libro mi è davvero piaciuto molto. L’ho acquistato perché desideravo leggere Grazie per avermi spezzato il cuore e sapevo che Un amore senza fine era il primo della serie di Laure Layne.

L’ho trovato decisamente ben strutturato e le due voci narranti, quelle  di Stephanie e di Ethan, riuscivano a mostrarci due personaggi decisamente agli antipodi, come credo fosse l’intenzione dell’autrice.  Ethan e Stephanie sono  diversi, in tutto e per tutto, nella loro appartenenza sociale, nelle loro disponibilità finanziarie, nelle loro amicizie e devo dire che il loro primo scontro è stato divertente e spumeggiante, soprattutto per queste loro differenze. Eppure nonostante tutto questo hanno qualcosa in comune: entrambi cercano di scappare da qualcosa ( la casa paterna o il lavoro nell’ impresa di famiglia) e sono  stati traditi dai  fidanzati.  Il loro inizio è un inno ai pregiudizi reciproci. La storia si rifà al mito di Pigmalione e alle sue innumerevoli versioni cinematografiche, tra queste possiamo citare Pretty Woman e My fair Lady. In effetti Ethan diventa una sorta di Pigmalione che tenta di plasmare la donna che potrebbe piacere alla sua famiglia, ovvero la nostra Stephanie, che deve fingersi la sua fidanzata in cambio di una stanza nell’appartamento di lui.  I motivi che hanno spinto la nostra protagonista a vestirsi di nero e a far proprio un certo tipo di abbigliamento sono legati ad eventi difficili e traumatici del suo passato, talmente gravi che giustificano in gran parte il suo comportamento. In passato infatti la ragazza era stata decisamente simile alle persone in grado di colpire Ethan e la sua famiglia : la reginetta della scuola, la ragazza popolare. Poi ovviamente tutto è cambiato. Non è un caso che Stephanie sappia benissimo muoversi nel mondo ricco e superficiale di Ethan, pur non essendo in quei momenti  se stessa, la reale Stephanie. Ad un certo punto il suo vero io però  non sarà né la Barbie che ha plasmato Ethan e nemmeno la Morticia che era diventata per paura, per il desiderio di nascondersi. Stephanie a fine romanzo, anche grazie a quanto appreso con Ethan e alla forza che lui le ha trasmesso, riuscirà a trovare un equilibrio tra queste identità e a risolvere questioni spinose con suo padre e con la sua meravigliosa matrigna.  Ho apprezzato particolarmente l’evoluzione nel rapporto tra i due protagonisti: da sempre vi è stata una enorme attrazione fisica ma pian piano l’odio si è trasformato in confidenza reciproca e poi in amore. Ho amato il modo in cui Stephanie ha rivelato a Ethan i suoi problemi, i suoi segreti. Una apertura inaspettata per chi ha voluto tagliare ogni legame con il passato, come lei e che deve fare i conti con il fatto che il suo presente e il suo futuro saranno differenti da come li aveva immaginati.  Ethan invece è un ottimo protagonista, mi sono affezionata anche a lui però devo ammettere che a volte era un po’ superficiale. Per quanto dolce e sensibile con la nostra protagonista, ha mantenuto sempre un po’ di quell’atteggiamento classista, che lo portava a vergognarsi di Stephanie, quando non era la statua plasmata da Pigmalione.  E non trovo nemmeno del tutto insensato il tentativo di Stephanie di scoprire se il suo innamorato fosse  preso dalla vera lei oppure dalla creatura da lui creata. E non sempre il giovane si rivelerà all’altezza delle sue e delle nostre aspettative. Ethan  ha comunque imparato la lezione ed è riuscito a farsi perdonare. Ho apprezzato davvero il finale della storia e non solo per la coppia ma soprattutto per il percorso compiuto dalla protagonista femminile, che non solo ha trovato il suo equilibrio e la sua essenza (pur comprendendo che nella vita le persone vivono fasi e cambiamenti) ma anche e soprattutto una famiglia, quel legame familiare da cui per anni era fuggita.  Una storia che merita di essere letta.

 

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