Storytelling Chronicles #15: Kimchi per cena di Silvia Bucchi

Cover di Tania

Come ogni mese il blog partecipa alla rubrica Storytelling Chronicles, ideata da Lara de La nicchia letteraria, che ringrazio per l’opportunità. Questo mese il tema è legato al sogno. La protagonista questa volta è Caterina, la sorella di Serena, che abbiamo conoscuto nei racconti di febbraio e di marzo. Premessa: non avevo idee e la scrittura di questo testo si è rivelata un vero parto. Il risulato, in realtà, non mi convince poi molto.

Storytelling Chronicles #15

Aprile 2021.

Tema: Un sogno

Titolo:  Kimchi per cena

Autrice: Silvia Bucchi

Appoggio delicatamente le dita sul dispositivo e digito un codice e finalmente la porta si apre. La giornata è stata davvero dura. I professori avevano creato un piccolo gruppo di studio e non avevo avuto il tempo di alzare la testa dai fogli strapieni di frasi e testi da tradurre. Se c’è una cosa che invidio ai coreani è proprio la loro enorme etica del lavoro e dello studio, che li porta a sfinirsi pur di ottenere sempre il massimo, tra materie scolastiche e attività extracurriculari. Park Seojun, per esempio, sa suonare il violino e il pianoforte in maniera magistrale e inoltre parla alla perfezione ben cinque lingue.
In poche parole oggi i miei colleghi di corso e i professori della Seoul University mi hanno spremuto come un limone e non vedo l’ora di tornare a casa. Visto che non ho nessuna intenzione di mettermi a cucinare e che sono una grande fan dello street food, ho pensato bene di fermarmi al chiosco della signora Kim e comprare due porzioni di pollo fritto e un paio di Tokkebi. Con il sacchetto pieno di cibo tra le mani e uno zaino invicta sulla schiena, che serve subito a catalogarmi come un’italiana, entro in casa e mi ricordo di togliere le scarpe all’ingresso e di riporle nell’apposito armadietto. Questa è una delle tante usanze coreane che bisogna sempre ricordarsi di rispettare, soprattutto se, come nel mio caso, si è fidanzati con un ragazzo del luogo.
«Devi ricordarti di togliere le scarpe, nae salang (amore mio, mia cara). Non farlo è considerata una grave mancanza di rispetto.» mi aveva spiegato Park Seojun all’inizio della nostra relazione, quando avevo commesso per la prima volta quel terribile errore, che mi ero ben guardata di ripetere a casa dei miei futuri suoceri o in quelle dei nostri amici.
Indosso un paio di pantofole bianche e mi avvio verso la cucina. Sono permeata di un grande senso di pace, di serenità e non mi sento più sola. Dopo il matrimonio di mia sorella Serena e dopo aver visto le mie amiche fidanzarsi l’una dopo l’altra, mi ero sempre chiesta se sarei riuscita anche io a trovare il principe azzurro e a costruire una famiglia, anche se di fatto sono ancora molto giovane. Il mio sogno, però, si è realizzato proprio quando ho abbandonato la città in cui sono nata, Roma, e la mia famiglia per raggiungere quei luoghi che avevo sempre sognato di visitare e che mi avevano spinto a scegliere Lingue Orientali come indirizzo di studi all’università
Ogni volta che Park Seojun è accanto a me, il mio cuore inizia ad aumentare i battiti e sento le farfalle svolazzare nello stomaco. Tutte cose che, in fondo, ho sempre creduto che accadessero solamente nei drama. La gentilezza e le attenzioni che mi riserva mi stupiscono ogni giorno e non diventano mai un’abitudine Non appena entro in cucina, lui si precipita al mio fianco e mi abbraccia forte. Ogni preoccupazione, ogni segnale di stanchezza o di tristezza mi abbandonano. Le sue braccia forti e le sue spalle larghe sono per me una carica: mi donano la sicurezza di cui ho bisogno per vivere in un paese straniero e per affrontare gli ostacoli che si pongono sul mio cammino, comprese le manie dei professori stacanovisti.
Forse è vero che l’amore si nutre soprattutto di piccoli gesti quotidiani e non solo delle grandi e poco realistiche azioni eroiche che mi hanno sempre fatto sospirare durante la visione di un drama.
Credo che l’amore si nasconda in una cena preparata con affetto dal proprio compagno, quando si torna a casa la sera e si è troppo stanchi per mettersi a cucinare. Infatti, noto che la tavola è già apparecchiata e che Park Seojun ha preparato del kimchi, che ora troneggia al centro del tavolo. Prima di poter essere assaporato, questo piatto tipico coreano deve trascorrere ben due settimane all’interno di un frigorifero e ciò denota quanto il mio fidanzato tenga a me. Getto su una sedia la busta con il pollo fritto e cerco di mimetizzarla, per impedire a Park Seojun di accorgersi che, per l’ennesima volta, ho deciso di buttarmi sulla frittura e sul cibo da asporto. So, però, che mi conosce piuttosto bene e sa che di sicuro sarò ricorsa al mio più grande salvavita: il chiosco della signora Kim. Del resto sono consapevole del motivo che l’ha spinto a cucinare per me una montagna di kimchi. Questo piatto è ricco di vitamine e sali minerali ed è decisamente salutare.
Ricordo ancora la prima volta che l’aveva preparato per me. Mi ero categoricamente rifiutata di assaggiare una pietanza il cui ingrediente principale fosse un cavolo, certo un cavolo cinese, ma pur sempre un cavolo. Non ho mai avuto un buon rapporto con la verdura e per spingermi a mangiare il minestrone, la mamma aveva sempre dovuto far ricorso al frullatore. Però lui aveva così tanto insistito che alla fine non solo mi ero decisa a provarne un boccone, ma ero stata anche costretta ad arrendermi e a dare ragione al mio Park Seojun : quando ci si abitua al suo sapore piccante, infatti, il kimchi non è affatto male. In verità ogni singola volta, finisco per leccarmi i baffi e per prenderne una seconda porzione, in barba al cavolo cinese.
Durante la cena ci trasformiamo in una versione più giovane dei miei genitori, perché proprio come loro, parliamo di tutti gli avvenimenti della giornata. Quando mi confido con lui ogni fardello mi sembra più leggero e inoltre, tutte le volte che lo guardo, le farfalle iniziano a svolazzare nel mio stomaco, non pregiudicando, però, il mio appetito vorace.
Più tardi ci accoccoliamo vicini sul divano e guardiamo la tv insieme. Seguire le serie televisive è un modo infallibile per migliorare la propria conoscenza della lingua coreana, o almeno è ciò che sostiene il mio professore. In ogni caso è un’ottima scusa per fare maratone televisive e coinvolgere anche Park Seojun nell’impresa. Tra l’altro la mia ossessione per i Kdrama mi ha reso brava nella scelta degli uomini perchè il mio fidanzato è alto come Lee Min Ho, con il sorriso di Ji Chang Wook e il carisma di Park Seo Joon e di Lee Jong Suk. Insomma le caratteristiche del mio Park Seojun sono il mix perfetto di quelle dei miei attori coreani preferiti e in un certo senso mi sembra ogni giorno di vivere all’interno di un sogno, dal quale non vorrei mai svegliarmi.
Sullo schermo il padre della protagonista sta invitando il fidanzato della figlia a bere soju fino allo sfinimento, per metterlo alla prova e comprovare la sua sincerità. Dopo qualche minuto, però, la mia attenzione si allontana completamente dal malcapitato che barcolla sullo schermo, perché Park Seojun inizia ad accarezzarmi il collo, risvegliando le farfalline che svolazzano nel mio stomaco. Cavolo, mi sembra di vivere in un sogno e temo sempre di svegliarmi. I miei desideri sembrano essersi tutti realizzati. Sto vivendo in un paese asiatico che amo, dando un senso a tutti gli anni trascorsi sui libri a studiare una lingua complessa e ho anche trovato la mia anima gemella. Park Seojun inizia a baciarmi.
«Saranghae (Ti amo)» sussurra con le labbra premute sul mio orecchio. Il mio corpo è scosso dai brividi e sto per rispondergli che anche io lo amo e anche moltissimo, ma una voce che grida il mio nome me lo impedisce.

«Caterina» urla mia madre, spalancando la porta della mia stanza e facendomi sobbalzare dallo spavento. Mi sento totalmente spaesata. Dove sono finiti Park Seojun, i suoi baci e quel meraviglioso kimchi che aveva preparato solo per me? Impiego un solo secondo per accettare la dura realtà: sono a Roma, nella mia stanza e soprattutto nell’appartamento dei miei genitori. Non sono mai stata in Corea del Sud, se non nei miei sogni e non esiste nessun Park Seojun. Mia madre, con tutta la gentilezza possibile, ma senza sapere che mi ha appena strappato da uno dei migliori sogni della mia vita, mi ricorda che devo alzarmi, sbrigarmi a fare colazione e a vestirmi per poter iniziare a studiare per l’esame di Cinese, visto che la data dell’appello è sempre più vicina.
Nelle ultime settimane mia madre ha trovato un nuovo passatempo: tormentarmi.
« Ti chiudi sempre in casa a guardare serie televisive e non esci quasi mai.» ama ripetere lei, che da quando mia sorella Serena si è sposata e mio fratello Andrea ha lasciato l’ovile per andare a convivere con la fidanzata, ha deciso di concentrarsi su di me.
Prima che i miei due fratelli maggiori si sistemassero, la mamma mi lasciava in pace. Ero la più giovane, potevo volare tre metri sopra il cielo ed ero libera di sognare. Inoltre è vero che sono romantica e ho spesso la testa tra le nuvole, ma mi reputo anche piuttosto intelligente. Del resto è merito mio se mia sorella Serena ha sposato il suo Marco. Mio e di Sara, la figlia nata dalle prime nozze di mio cognato. Quindi non dovrebbe preoccuparsi per me, anche se la mia vita non è poi così perfetta e forse proprio questa imperfezione potrebbe essere la spiegazione del mio strano sogno.
La verità è che ieri sera mi sono sentita particolarmente sola, nonostante avessi terminato di rivedere un drama coreano con una delle coppie più belle di sempre, uno dei miei preferiti in assoluto. Adoro le storie che hanno come protagonisti degli amanti che vivono in modi diversi o in universi paralleli, che sembrano destinati a non incontrarsi, ma che alla fine finiranno insieme, in qualche modo. Non potrebbe essere altrimenti perché amo il lieto fine, anche se non rinuncio nemmeno a una certa forma di sadismo, che mi spinge a scegliere storie particolarmente drammatiche e piene di ostacoli alla felicità dei malcapitati protagonisti. Dopo aver sospirato per le vicende di quella sfortunata coppia, all’improvviso la voce di mia sorella era rimbombata nella testa. Eppure Serena è appena partita per il viaggio di nozze ed è dall’altra parte del mondo, dove pagherei per trovarmi anche io.
«Caterina, la vita non è come un romanzo o uno dei tuoi drama. Il vero romanticismo risiede nelle cose semplici, come una cenetta preparata con amore.» aveva ripetuto la sua voce nella mia testa. Per lei rischio di perdere di vista le cose importanti a causa dei miei sogni.
In realtà trovo molto più romantico un uomo nordcoreano che per salvare la vita della sua donna, che vive in Corea del Sud, è disposto a rischiare la vita e a varcare il confine del 38° parallelo. In fondo una lasagna la sanno cucinare tutti ed è un gesto che non richiede una particolare forma di coraggio come affrontare un esercito nemico per difendere chi si ama. Poi, però, quando vedo i miei genitori coccolarsi con piccoli gesti quotidiani, il mio cuore inizia a fare le capriole. Serena potrebbe avere ragione e il sogno di questa notte ne è una conferma. Sto rimanendo sempre più sola. Ieri era sabato e tutte le mie amiche avevano trascorso la serata con i loro fidanzati. Persino Sara, che ieri si trovava a un pigiama party a casa di una sua compagna di scuola, ha una vita sociale più intensa della mia ultimamente. Sento che mi manca qualcosa. Dopo aver sentito la voce di mia sorella, mi ero alzata dal letto e mi ero recata in soggiorno, dove avevo trovato i miei genitori abbracciati sul divano e alle prese con una serie tv a tinte gialle su Netflix.
«Cara, non può essere lui l’assassino. Per essere più preciso, credo che quel personaggio morirà tra poche puntate. Aspetta e vedrai.» aveva sentenziato mio padre.
«Non essere ingenuo. Come può non essere lui il serial killer? Anche un bambino capirebbe che ho ragione. » mia madre sembrava irritata e si era staccata da mio padre. Conoscevo quei due. Avrebbero litigato per un po’ per stabilire l’identità del criminale, ma poi avrebbero fatto pace a suon di abbracci e di baci.
Li avevo lasciati da soli alle prese con i loro simpatici bisticci e le loro dolcissime coccole e con una bottiglietta di acqua minerale in mano, ero tornata nella mia stanza.
Avevo afferrato il mio smartphone e infilato gli auricolari nelle orecchie. Non c’è male che Spotify non possa curare. Questo è il mio motto. Con le note dei Bts come sottofondo mi ero addormentata, dando inizio alla mia meravigliosa avventura coreana con Park Seojun.

Un paio di settimane dopo.

I risultati dei miei esami sono ottimi e uno dei miei professori mi ha convocato nel suo studio. Desidera che io faccia da tutor a uno studente coreano, che frequenterà la nostra università per un anno. Oggi finalmente lo conoscerò e ammetto che sono piuttosto emozionata.
Quando la porta dello studio si apre, però, resto come paralizzata e per un attimo mi dimentico anche del mio insegnante, che è con me nella stanza.
Una perfetta riproduzione del ragazzo dei miei sogni è davanti a me. Mi do un pizzicotto sul braccio, cercando di non dare troppo nell’occhio. Sì, questa volta sono sveglia e non sto affatto sognando.
Il giovane si inchina ed è davvero alto come Lee Min Ho, ha il sorriso di Ji Chang Wook e il carisma di Park Seo Joon e di Lee Jong Suk.
«Sono Park Seojun. Piacere di conoscerti.» si presenta.

 

 

 

 

 

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12 commenti su “Storytelling Chronicles #15: Kimchi per cena di Silvia Bucchi

  1. Susy il said:

    Ma che bello Silvia!
    Sei riuscita come sempre a trasmettere il tuo amore per i drama ma senza esagerare dosando bene la tua conoscenza e l’amore per il reale.
    Penso che tu sia riuscita benissimo a centrare l’argomento del mese e soprattutto mi è tanto simpatica la protagonista che meritava la sua dose di felicità

  2. Giusy marrone il said:

    Sei perfettamente riuscita a dare vita a un sogno. Sembrava davvero così reale che al richiamo della mamma sono sobbalzata anch’io
    Molto bella la storia, la scrittura leggere a e brillante e il finale a sorpresa

  3. Silvia Bragalini il said:

    Ciao Silvia! Devo dire che mi hai sorpresa: ero quasi delusa perché tutto sembrava essere solo un sogno… e invece, alla fine, sogno e realtà si sovrappongono! Che plot twist!
    Sono contenta che per Serena ci sia stato un effettivo happy ending… ora tocca a Caterina! Devo ammettere che non conosco manco mezzo dei personaggi che hai menzionato (adesso li googlo con calma), ma come tuo solito ci hai trasmesso tutto il tuo amore per il mondo dei k-drama.

    Bella la riflessione sui vari tipi d’amore. Complimenti, il racconto sarà stato anche difficile da immaginare ma ti è venuto bene! Alla prossima!

  4. Non mi parlare di racconti che non convincono che a te è riuscito molto meglio del mio. I nostri parti sono stati decisamente diversi ahahah La tua “creatura” è venuta fuori davvero bella, mi è piaciuto ancora di più il personaggio di Caterina. Da ogni frase traspare il tuo amore per la Corea e, come sempre, approvo assolutamente.

    • silviatralerighe il said:

      Tania, il tuo racconto invece mi è davvero piaciuto. La lunghezza non è sempre sinonimo di qualità. Grazie davvero. A presto. Silvia.

  5. Un bel sogno che diventa realtà direi. Inizialmente pensavo che il sogno fosse l’atmosfera che si era creata tra i due protagonista, la cena, stare insieme a guardare la tv, quei piccoli gesti che alla fine facevano capire l’amore che esisteva tra i due.
    Poi ci sono rimasta male perché era un sogno e invece alla fine mi hai sorpresa nuovamente.
    Ma la storia di Serena la voglio leggere io! Quando ci dirai cosa è successo?
    A presto

    • silviatralerighe il said:

      Ciao Liv. Grazie mille. Mentre scrivevo mi sono sentita così male per Caterina che ho deciso di darle una possibilità, rendendo il suo sogno realizzabile. Poverina, che brutto risveglio. Nel prossimo racconto conosceremo meglio Andrea, il fratello gemello di Serena. Anche lui, come tutte noi, non è un grande fan di Marco. Spero di potervi dire altro di Serena in futuro. A presto e Grazie ancora.

  6. Stephi il said:

    Ciao Silvia! Che bel racconto che hai creato! Sei riuscita a stupirmi non una ma ben due volte, e soprattutto sul finale mai mi sarei aspettata di veder diventare il sogno realtà! Sei stata davvero bravissima e ho molto apprezzato il modo con cui sei riuscita a integrare la storia di Caterina con la tua passione per il mondo coreano, si vede che ti piace e ti esce sempre molto bene 🙂 Ti faccio i miei complimenti! Spero ci delizierai presto con il resto della storia di questa particolare famiglia 🙂

  7. Ciao Silvia!
    Magari tu non sei stata pienamente soddisfatta da questo racconto, ma ti giuro che al plot twist finale ho fatto una danza della vittoria con tanto di saltelli e ola
    Questa tua passione per i Drama coreani si sta rivelando una fonte davvero generosa, soprattutto perché hai dato un super finale alla sorella Caterina! All’inizio mi hai spiazzata quando si è svegliata da quel sogno idilliaco, lasciandomi con l’amaro in bocca, ma alla fine è andato tutto bene… Grazie!!
    Brava, davvero ben fatto!

  8. Ti rendi conto che, in un punto specifico di questo testo -qui tutti sanno qual è, sarebbe inutile dirlo esplicitamente :P-, il mio cuore ha fatto crack?

    Cioè boh, una persona normale si ritrova a sognare ad occhi aperti -sì, hai centrato in maniera perfetta la tematica <3 Brava ragazza :3- e, sul più bello -ripeto e sottolineo, SUL PIÙ BELLO, mannaggia a teeeeeeeeeee-, viene strappata dalla fantasia per ritrovarsi in una realtà nuda, cruda e molto amara 🙁

    Sei stata un'autrice molto cattiva, sappilo U_U Non so se e quando ti perdonerò AHAHAH O meglio, dopo l'ultima riga ti avevo già scusata, ma facciamo finta che non sia così perché voglio tenere il broncio e così dovrà essere per ancora qualche minuto -dopotutto, ho una certa reputazione "seria" da mantenere ahah- XD

    Comunque, ritornando a parlare della chiusura del tuo racconto, lì il mio organo vitale ha ripreso a battere furiosamente e adesso non vedo proprio l'ora di scoprire come procederai con le avventure di Caterina 😀 Tra l'altro, penso che, a quel punto, pure lei si sia pigliata un infartino come la sottoscritta AHAHAH Adoro questo lato delle storie d'amore! *-* Mi manca davvero leggerle -anzi, a dire il vero mi manca leggere in generale, considerando lo stop forzato che sono stata costretta a impormi per via di alcuni problemi momentanei di vista :(- e, perciò, spero di rimediare presto 🙂 Mi hai proprio fatto venire voglia di buttarmi su qualche romance XD Grazie <3

    P.S.: Dimostri sempre molto talento, sai? Eppure, lo ammetto, un pochino mi erano mancati i tuoi kdrama scritti :3 La soluzione migliore? Fare un po' e un po', giusto per la giuoia smisurata dei tuoi lettori <3 😉

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