Storytelling Chronicles #1: Le prove dell’amore di Silvia Bucchi

 

Il blog partecipa alla rubrica Storytelling Chronicles , la rubrica mensile ideata da Lara Premi del blog La nicchia letteraria. Ogni mese un racconto a tema.

Le prove dell’amore di Silvia Bucchi

Storytelling Chronicles #1 – Febbraio 2020

Tema : l’inizio e/o la fine di un amore 

Cover di Tania

 

L’autobus sfreccia veloce sull’asfalto e il mio sguardo si perde oltre il finestrino, senza però riuscire a vedere nulla. La signora sui quaranta, bionda e affascinante, seduta al mio fianco, tira fuori dalla sua borsa un romanzo e inizia a perdersi tra le pagine dell’ultimo bestseller di Danielle Steel, che tra l’altro è l’autrice preferita da mia madre. In effetti questa sconosciuta compagna di viaggio mi ricorda moltissimo Rosa Mancini, la mia italianissima mamma. La vicina si è sforzata di intavolare una conversazione con me, sin da quando l’autobus ha lasciato la stazione di Boston. Con un sorriso gentile, mi ha domandato
<Sei una studentessa di Yale?> In effetti l’autobus è diretto a New Haven e io ho decisamente l’aspetto di una matricola di Yale. Non credo, però, che anche le mie compagne di corso si sentano morte dentro come me in questo momento eppure questa è la sensazione che provo e non posso farci nulla. Sono morta eppure respiro, ho persino pronunciato qualche fredda parola in risposta alle domande della signora bionda, che saggiamente ha deciso di porre fine al suo interrogatorio gentile. In una diversa circostanza sarei stata decisamente più cortese, ma mille macabri pensieri si stanno affollando nella mia mente da due giorni, da quando quelle parole ci si sono installate, rifiutandosi di uscire.
Ho un cancro al cervello particolarmente aggressivo. Mi restano poche settimane di vita,se sarò fortunato qualche mese. Questa era la frase che il mio fidanzato storico aveva pronunciato due sere prima nella mia camera, mentre preparavo il mio ritorno a Yale. Le vacanze di Natale erano finite e io e Jason stavano per separarci di nuovo. Avevo appena riunito il coraggio sufficiente per rivelargli una notizia, come avrei dovuto fare da giorni. Ero una codarda o forse non desideravo ferirlo. Il tempismo, però, non è mai stato il mio forte. Proprio quando avevo trovato il coraggio necessario per porre fine al nostro fidanzamento, che durava da anni, Jason mi aveva rivelato che sta morendo.
Mentre raggiungo Yale in autobus, forse per l’ultima volta, penso che non è giusto. Non ho nemmeno vent’anni ma dovrò compiere delle scelte terribili. Sarò costretta a fare delle rinunce che mi distruggeranno e temo di non essere abbastanza forte. Una volta tornata al campus, come farò ad affrontare Noah? Ripenso al mio arrivo a Yale, solo tre mesi prima. La nostra vita può cambiare tanto in così poco tempo?

 

Tre mesi prima

Finalmente ero a Yale e questo dava un senso a tutta la fatica e il lavoro degli ultimi anni. Mi ero impegnata, avevo studiato senza risparmiarmi ed ora il mio sogno era diventato realtà. Nata e cresciuta a Boston, ero l’unica figlia di una ricercatrice italiana e di un ingegnere informatico statunitense, che si erano conosciuti alla Columbia. La famiglia d’origine di mia madre vive ancora a Roma e questo mi aveva permesso di viaggiare, di poter visitare prima l’Italia e poi l’Europa. Ogni estate io e la mia famiglia ci mettevamo in viaggio, ma solo in quel momento, mentre abbracciavo la mamma davanti all’ingresso del dormitorio, mi resi conto di essere cresciuta e di essere diventata davvero indipendente. Stavo per iniziare l’avventura più grande della mia vita.
< Riley, mi mancherai tanto.> sussurrò mia madre, con le lacrime agli occhi, sciogliendo il nostro abbraccio. Era sul punto di raccontarmi per l’ennesima volta la sua storia, ricordando il suo viaggio di tanti anni prima da Roma fino a New York, ma mio padre mi salvò, conducendo la mamma verso la macchina, dopo averla afferrata dolcemente per le spalle. Mi salutarono un’ultima volta, prima di salire nella nostra station wagon.
Afferrai lo scatolone, con all’interno alcuni dei miei libri preferiti e mi avviai verso il dormitorio. Entrai nella hall e venni travolta improvvisamente da qualcosa di non identificato che mi gettò a terra, facendo rovesciare anche lo scatolone e tutto il suo contenuto. La prima cosa che vidi di Noah furono i suoi meravigliosi occhi verdi, che mi scrutavano preoccupati mentre mi porgeva, insieme alla mano per tirarmi su, anche le sue scuse.
< Perdonami, non ti avevo vista. Cercavo di fuggire da una mia ex fidanzata piuttosto appiccicosa> mi spiegò, mentre mi rimettevo in piedi. Intanto il tornado che mi aveva urtato, scrutava i romanzi che avevo portato con me, mentre li riponeva di nuovo nello scatolone.
< Leggi anche dei romanzi in lingua italiana?> mi domandò, stupito , mentre osservava con interesse il romanzo di Anna Premoli, che mia cugina mi aveva appena spedito dall’Italia.
< Mia madre è italiana. L’italiano è praticamente la mia seconda lingua.> spiegai, mettendomi in ginocchio accanto allo sconosciuto per aiutarlo a raccogliere i libri. Quando tutti i volumi furono riposti nello scatolone, lo ringraziai.
< Sono Noah> si presentò, stringendomi la mano in una forte morsa.
< Piacere. Sono Raily> sorrisi. Se non ci fosse stato Jason nella mia vita, avrei completamente perso la testa per Noah, ma ero fidanzatissima ed certa che avrei trascorso tutta la vita con il mio primo amore, che ora era all’università di Los Angeles. Gli occhi verdi di Noah, abbinati ai suoi folti capelli biondi che gli accarezzavano il collo erano, però, una enorme tentazione.
< Posso invitarti a prendere qualcosa in caffetteria?> propose indicando dei distributori automatici, posizionati accanto alla reception. Annuii e così pochi minuti dopo, ci ritrovammo tranquillamente seduti nella hall a bere del pessimo cappuccino. Presi mentalmente nota di evitare di bere nuovamente le brodaglie erogate dai distributori automatici del campus, ma ringraziai Noah per l’invito e per la sua gentilezza. La sua risposta, però, mi stupì.
< In realtà dovrei essere io a ringraziare te> affermò, sorridendo con fare angelico. Scrutò il mio volto e la sua espressione interrogativa e si degnò di darmi una spiegazione
< In realtà mi hai salvato da una delle mie ex fidanzate. Si stava avvicinando pericolosamente a me, ma il nostro scontro è stato provvidenziale. Inoltre sono certo che dopo averci visto insieme, intenti a sorseggiare questo terribile cappuccino, avrà definitivamente preso la decisione di non frequentarmi più>
Ecco. Avevo davanti un dongiovanni.
< Sei solito fuggire dalle tue conquiste in questo modo?> domandai, con un tono acido. Non era da me essere così dura.
<Sai come vanno queste cose. > Noah mi sorrise, facendomi l’occhiolino. Che pallone gonfiato.
<No, non lo so. Sono fidanzata con il mio migliore amico da quando avevo quattordici anni. Non ho mai avuto bisogno di inseguire qualcuno e nemmeno di fuggire. La prossima volta, però, non coinvolgermi nei tuoi giochetti.>
La Riley maestrina e bacchettona era appena entrata in azione. Mi ero lasciata ingannare dalle sue fattezze da cherubino.
< Il tuo ragazzo è davvero fortunato!> Noah sorrise di nuovo, mostrando una dentatura perfetta.
Ringraziai il ragazzo per il caffè e mi recai nella mia stanza per sistemare i libri.
Era la prima volta che Jason ed io ci separavano. Ora lui era dall’altra parte degli Stati Uniti e non ci saremmo rivisti fino a Natale. Il nostro rapporto sarebbe stato messo a dura prova, per la prima volta.
Non credevo che avrei rivisto Noah tanto presto. Il campus e il dormitorio erano enormi. Con un po’ di fortuna non avrei più incontrato quel bellimbusto. Non sapevo che Noah sarebbe stato una presenza costante nella mia vita, durante quei primi mesi a Yale.
Trascorsi la serata a mangiare pizza in una piccola e familiare tavola calda nei pressi del campus. Era un locale gestito da italiani e mi trovai subito a mio agio. Le loro pizze, poi, erano deliziose, proprio come quelle che preparava nonna Maria in Italia. Per tutta la durata della mia cena solitaria, avevo pensato anche alla mia compagna di stanza che non era ancora arrivata al campus. Quando tornai al dormitorio, felice per la meravigliosa abbuffata, scoprii che la mia coinquilina era arrivata e non era da sola. Noah era con lei. La mia compagna di stanza era forse la fidanzata di quel bellimbusto?
Lui mi sorrise <Ecco la mia salvatrice… > la sua risata era davvero contagiosa, dovevo ammetterlo. Solo che io non avevo alcuna intenzione di ridere.
< Così dividerò la stanza con la salvatrice di Noah. Piacere di conoscerti. Sono Tessa. > Una ragazza minuta mi tese la mano. Era davvero bellissima. Noah sembrava a suo agio in sua compagnia e non era per nulla intenzionato a fuggire da lei.
<Piacere di conoscerti. Mi chiamo Riley. > Mi presentai. Non riuscii a porre un freno alla mia linguaccia e perciò domandai
<Noah è il tuo ragazzo? >
La mia coinquilina e il bellimbusto scoppiarono a ridere, come se avessi pronunciato la più simpatica delle battute.
< Noah ed io siamo fratelli. Non potrei mai sopportare un simile individuo come fidanzato. > Tessa aveva la stessa risata del bellimbusto. Iniziai a notare delle inconfondibili somiglianze tra i due fratelli: gli stessi occhi verdi e i medesimi capelli biondi. Tessa e Noah erano davvero affascinanti. La mia coinquilina, poi, era molto simpatica.
< Venerdì sera un mio amico darà una festa nella sua villa, appena fuori dal campus. Siete invitate, ovviamente. > Noah sorrise un’ultima volta, prima di abbandonare la nostra stanza e lasciarci finalmente sole.

Tessa non aveva voluto sentire ragioni e io non ero stata particolarmente brava ad inventare scuse per non partecipare alla festa. Avrei preferito trascorrere il venerdì sera con il romanzo di Anna Premoli tra le mani, ma mi ritrovai a vagare per il meraviglioso giardino della villa appartenente alla famiglia dell’amico di Noah, Kevin, che altri non era che il figlio del rettore Williams. Trovavo riduttivo chiamare villa la loro dimora: quella, per me, era una reggia. Indossavo un tubino rosso, quello che la mamma aveva insistito a porre in valigia e che metteva in risalto le mie curve. Tessa aveva smosso il cielo e la terra per convincermi ad indossarlo e alla fine avevo capitolato. Sembravo incapace di oppormi al volere di Tessa Miller. Non ero mai andata ad una festa senza Jason e mi ritrovai circondata da persone che bevevano come spugne, per poi sentirsi male e vomitare ovunque. Chi era ancora sobrio, invece, si impegnava a rimorchiare una ragazza da sbaciucchiare sugli eleganti divani in pelle del rettore. Le coppie fidanzate facevano lo stesso, avventurandosi addirittura fino a raggiungere i piani superiori , per potersi imbucare in una delle stanze da letto dei Williams.
Visto che ero astemia,fidanzata e che Jason non era lì come me, scoprii che il giardino inglese dei Williams poteva essere l’unico rifugio per stare un po’ in pace. Persino Tessa mi aveva abbandonato per trascorrere del tempo in intimità con Kevin, il padrone di casa.
Ringraziai il cielo di avere con me il mio affidabile smartphone, con installata l’applicazione del Kindle. Mi persi letteralmente tra le pagine de L’universo nei tuoi occhi, un romanzo di Jennifer Niven che adoravo, ma che non era adatto ai toni allegri che dovrebbero accompagnare una festa universitaria
Mi isolati completamente dal mondo fino a quando una voce non mi riportò alla realtà, conducendomi di nuovo nell’elegante giardino del rettore Williams.
< Che cosa stai leggendo?> la domanda di Noah mi stupì per la sua semplicità, come se per lui fosse normale trovare una ragazza intenta a leggere un romanzo nel bel mezzo di una festa.
< L’universo nei tuoi occhi di Jennifer Niven.> risposi, ma poi una domanda fece capolino nella mia testa < Come sei riuscito a capire che stavo leggendo? Avrei potuto usare il cellulare per chattare con un mio amico o per commentare questa meravigliosa festa. > finii per domandare, piena di stupore.
< In realtà stavo osservando da un po’ lo schermo del tuo cellulare, ma eri talmente rapita da quelle pagine, che non mi hai nemmeno degnato di un briciolo di attenzione. Potevo essere un malintenzionato, poteva essere pericoloso.> Noah mi sorrise e rimanemmo in silenzio per un po’. La sua silenziosa compagnia era davvero piacevole, dovevo ammetterlo.
< Stai scappando da una ex conquista invadente?> domandai all’improvviso , ricordando il nostro primo, bizzarro incontro.
< Sto davvero fuggendo da una scocciatrice, lo ammetto. La cosa strana è che tutte queste fughe mi conducono sempre da te.> Noah ed io ci scambiammo un sorriso complice. Ma che cosa mi sta succedendo? mi domandai. La verità era che quel bellimbusto iniziava davvero a piacermi.
Proprio in quel momento le note di Perfect di Ed Sheeran raggiunsero il giardino. Noah mi propose di ballare ed io, senza rendermene conto, mi ritrovai immersa in un romantico lento. Per la prima volta nella mia vita, iniziai davvero a comprendere il significato della chimica tra due persone. Era questione di olfatto. E l’odore di Noah mi faceva pensare alla torta di mele di nonna Maria. Quando la canzone terminò, lui si staccò con gentilezza da me, visibilmente sconvolto.
<Torno alla festa. Devo impedire a Kevin di fare l’idiota con mia sorella.> mi spiegò con un sorriso imbarazzato, prima di lasciarmi sola con il mio romanzo.
Visto che avevo iniziato a collegare la chimica tra due persone all’affascinante figura di Noah Miller, pensai che avrei dovuto impegnare tutte le mie energie nel tentare di evitarlo. Purtroppo, però, questo non era possibile perché Tessa non solo era la mia coinquilina, ma stava diventando anche una delle mie migliori amiche. I fratelli Miller abitavano ad Hartford, non molto lontano da Yale e tornavano frequentemente a casa, durante il fine settimana e spesso ero loro ospite. Le settimane passavano ed io iniziavo a provare per Noah dei sentimenti che non avrebbero dovuto far capolino in me. Ero fidanzata, ma iniziavo a credere di aver scambiato l’immenso sentimento fraterno che provavo per Jason per amore e l’attrazione. Cominciavo a ritenere che Noah il bellimbusto fosse ben altro che un semplice amico o il fratello di Tessa.
La mia compagna di stanza iniziò a insinuare che anche suo fratello fosse interessato a me. Tessa affermava di non aver mai visto Noah così preso da una ragazza, prima di allora, ma io ero fidanzatissima e la mia amica temeva che avrei spezzato il cuore al fratello.
Il giorno del ringraziamento era passato e le vacanze natalizie erano ormai alle porte, così come gli esami. Era sabato e avevo trascorso quasi tutta la giornata sui libri, mentre Tessa era tornata a casa. Ero determinata a rilassarmi, dopo una giornata di studio intenso e decisi di intraprendere una maratona su Netflix. Amavo le serie televisive asiatiche e la mia scelta ricadde su Crash landing on you, un capolavoro sudcoreano. Avevo riscaldato la pizza, preparato le popcorn e stavo sintonizzando la nostra TV sull’applicazione di Netflix, quando sentii che qualcuno stava bussando alla porta della mia stanza.
< Sono Noah. > sussurrò una voce a me pericolosamente nota. Credevo che fosse a Hartford con Tessa, ed invece era rimasto anche lui al campus.
Mi affrettai ad aprire la porta. Noah entró e mi domandò quali fossero i miei programmi per la serata. Mi spiegò che era rimasto a Yale per poter studiare in biblioteca anche durante il weekend, visto che gli esami erano sempre più vicini.
Fu così che mi ritrovai a dividere la mia pizza con quel bellimbusto che profumava di torta di mele. Jason si era sempre categoricamente rifiutato di sorbirsi sedici episodi di una serie coreana con i sottotitoli, ma Noah seguiva con attenzione ogni scena e sembrava interessato alla storia, quasi quanto me. Crash landing on you narra la storia d’amore di una manager della Corea del Sud che si innamora perdutamente di un capitano dell’esercito della Corea del Nord. Se-ri e Jeong Hyeok, i due protagonisti, si aprono per la prima volta all’amore e trovano il coraggio di lasciarsi andare, ma vivono in due nazioni che vietano ogni forma di contatto tra i loro rispettivi abitanti. L’amore, purtroppo, mette quasi sempre gli innamorati alle prese con delle prove difficili da superare . Non esistono gli amori semplici.
Dopo molte peripezie finalmente Se-ri e Jeong Hyeok si scambiarono il primo bacio.
< Che bacio poco appassionato! Avrei saputo fare di meglio.> commentò il bellimbusto. Noah ed io eravamo seduti l’una accanto all’altro, pericolosamente vicini.
< Che presuntuoso. Dammi una dimostrazione della veridicità delle tue parole>, lo provocai. Le labbra di Noah si posarono sulle mie e mi ritrovai a ricambiare un bacio ricco di passione. Per la prima volta compresi il vero significato del termine avere le farfalle nello stomaco.
< Sono innamorato di te> mi confessò lui, un po’ imbarazzato.
< Anch’io > mormorai, prima di baciarlo di nuovo.

< Parlerò con Jason. La mia storia con lui ormai è arrivata al capolinea > annunciai a Noah, mentre sorseggiavo il cappuccino. Eravamo nella caffetteria del dormitorio. L’indomani sarei partita per Boston per trascorrere le vacanze natalizie con i miei cari.

Sono tornata a Yale e mi sento morta dentro mentre entro nella hall della residenza studentesca. Noah mi aspetta al nostro solito posto, seduto ad uno dei tavoli della caffetteria e sorseggia una delle brodaglie erogate dai distributori automatici.
< Ciao.> mi sussurra, dopo essersi avvicinato e avermi stretta in un caldo abbraccio. Sto per sganciare una bomba, che probabilmente avrà delle conseguenze terribili anche sulla sua vita. Sono stata fredda ed evasiva al telefono in questi giorni e lui è davvero preoccupato per me.
<Hai parlato con Jason?> mi domanda ed io sono costretta a rivelargli ogni cosa, a confessargli che il mio fidanzato sta morendo e che ho deciso di non abbandonarlo, di stargli accanto fino alla fine, di aspettare con lui un miracolo, che quasi sicuramente non arriverà. Confesso a Noah che non tornerò a Yale nei prossimi mesi e che non desidero che lui mi aspetti.

9 mesi dopo
Settembre è ormai giunto ed io sono tornata a Yale, ma non sono più la ragazza che solo dodici mesi prima, aveva raggiunto quel dormitorio con uno scatolone pieno di libri. L’incontro con Noah, la malattia e poi la morte di Jason mi hanno profondamente cambiata. Sono maturata e a volte sento il peso del mondo intero sulle mie spalle. Ho trascorso l’estate in Italia e la presenza dei miei cugini mi è stata di enorme conforto, dopo il lutto subito. Durante il mio soggiorno a Roma, avevo compreso che mi era stata offerta una nuova opportunità e che non potevo lasciarmela sfuggire. Il rettore Williams, infatti, grazie all’interessamento di Kevin, che ormai fa coppia fissa con Tessa, ha deciso di darmi una seconda possibilità e di permettermi di tornare all’università, nonostante la lunga pausa che avevo preso per poter stare accanto al mio fidanzato.
Entro nella hall del dormitorio e Noah è lì, nei pressi della caffetteria, in attesa. Non appena mi scorge tra la folla, mi sorride. Il suo sorriso è irresistibile, come sempre. Mi avvicino a lui, che mi stringe tra le sue braccia, che sembrano quasi stritolarmi. Il viaggio è stato lungo e doloroso, ma ora sono finalmente tornata a casa.
Fine.

 

Copyright @ 2020 Silvia Bucchi

Questo racconto è un’opera di fantasia . Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono prodotto dell’immaginazione dell’autrice o se reali , sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale. 

 

 

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17 commenti su “Storytelling Chronicles #1: Le prove dell’amore di Silvia Bucchi

  1. Ciao. Appena ho iniziato la storia mi sono chiesta: cosa ha combinato la protagonista? Cosa è successo? Pensavo a qualcosa legato ai genitori, poi quando ha detto che doveva dire qualcosa al suo fidanzato e non lo ha fatto, pensavo fosse incinta. Poi invece è saltato fuori Noah e non so, ma l’ho visto come tradimento.
    So che dire qualcosa di importante via telefono come è appunto la fine di una relazione, non è il massimo ma avrei preferito che la protagonista non aspettasse così tanto tempo prima di dirlo a Jason. E vorrei sapere qualcosa sul periodo passato con Jason e su cosa sia successo con Noah anche, come ha preso la notizia e cosa ha detto.
    Come lettrice sono una rompi scatole, lo so, voglio sempre sapere tutto 😀
    Complimenti per la storia,
    A presto,

    • silviatralerighe il said:

      Ciao Christine. Grazie per aver commentato e per le tue osservazioni. Grazie anche per i complimenti. Verissimo, lei è una traditrice, perché il modo per essere chiara poteva trovarlo. Non è la protagonista perfetta. Mentre scrivevo la storia mi sono resa conto che Noah e Riley avevano ancora tanto da raccontare. Mi piacerebbe sviluppare la loro storia in futuro. Grazie ancora. Credo che sia diritto delle lettrici sapere tutto. A presto. Silvia.

  2. La trama di questa storia è sofferta e per niente scontata.
    Sei stata brava a trascrivere bene qualcosa di nuovo e come ti ho detto sarebbe bello leggere una storia completa

    • silviatralerighe il said:

      Grazie, Susy. Si, secondo me Riley e Noah meritano una storia completa e anche Tessa e Kevin. Per me il figlio del Rettore e la sorella di Noah avrebbero molto da dire.

  3. Debora il said:

    Ciao Christine. Sarò onesta, sperando che tu non me ne voglia. Il tema che hai deciso di affrontare ti offriva l’opportunità di creare qualcosa di estremamente intenso e profondo. Avresti potuto porre l’accento sulla perdita di una persona, o su come si torna a vivere dopo una simile tragedia, magari grazie all’amore. A me pare, e scusami se te lo dico, che invece tu abbia evitato entrambe le cose per raccontarci qualcosa di abbastanza “ordinario”. A mio modesto parere, sono più le cose che mancano, in questo racconto, di quelle che ho trovato. Chiaro che se fosse il capitolo di un libro, e non un racconto isolato, l’avrei considerato in maniera diversa, ma ho questo a disposizione e su questo esprimo il mio parere.
    Posso dirti, tra l’altro con dispiacere, che non sono riuscita a connettermi con nessun personaggio perché in testa riecheggiava la frase di Jason. Tutto il resto non mi ha catturata, anche perché non ho potuto far altro che apprendere una serie di “notizie” messe lì senza troppo pathos.
    A livello di scrittura, per lo più corretta e scorrevole, ho notato diversi passaggi in cui le informazioni sono ripetute, o superflue perché si intuiscono benissimo dal contesto, cosa che rallenta il ritmo. Qualche ripetizione e, qua e là, un eccesso di avverbi “…mente”. Occhio alla D eufonica.
    Sono abbastanza convinta che senza limiti di spazio e tempo riusciresti a fare un ottimo lavoro, se ti addentrassi nel profondo dell’animo umano senza risparmiarti. La tua è una buona penna, direi, quindi aspetto il prossimo racconto.

    • silviatralerighe il said:

      Ciao Debora. Il mio nome è Silvia. Christine è la blogger che ha lasciato il suo commento. Non me la prendo assolutamente, anzi. La tua critica è davvero costruttiva. In realtà vorrei sviluppare la storia per trasformarla in un racconto molto più ampio, quindi terrò conto delle tue osservazioni, soprattutto riguardo al personaggio di Jason e alla perdita subita. Inoltre per me scrivere un racconto è davvero una sfida, perché non ho il dono della sintesi. Grazie per aver commentato.
      A presto.
      Silvia.

  4. Molto carino! Ci sono un po’ di refusi ma sei perdonata visto quanto ho adorato le tue menzioni ai libri e alle serie tv. Il mio lato nerd ha decisamente gioito. La storia di Riley mi ha davvero spezzato il cuore ma ha saputo dare anche speranza per il futuro.

    • silviatralerighe il said:

      Grazie. Ammetto di essere parecchio nerd. Sto seguendo Crash Landing on you e ho appena terminato l’ultimo romanzo della Premoli. Non ho resistito e ho inserito i vari riferimenti. Devo dire che, per quanto io non mi sia soffermata sulle sofferenze di Riley, credo che la sua storia sia terribile, però è riuscita ad andare avanti, ha fatto delle rinunce ma volevo che alla fine potesse riprendere in mano la sua vita. Grazie per aver dedicato del tempo al mio racconto.

  5. Stephanie il said:

    Ciao! Ho letto la storia con un mix di sentimenti contrastanti: da una parte ero curiosa di capire come la protagonista fosse arrivata alla decisione di separarsi dal suo ex storico, e questo è spiegato; dall’altra continuavo a chiedermi se avremmo letto anche di come l’ha affrontata, questa situazione, cosa ha provato, come l’ha cambiata, ecc. Avrei dato più spazio anche a questa seconda parte di racconto, secondo me meritava uno sviluppo ulteriore e mi è dispiaciuto non poter approfondire. La scrittura è buona e non ho avuto particolare difficoltà a leggerti, chi ha commentato prima di me ha già sottolineato alcuni errori qua e là e non ne ho trovati altri. Spero che nella prossima storia riuscirai a descriverci anche la parte più emotiva dei personaggi e non solo la successione degli avvenimenti. Sono sicura che tu ne abbia tutte le capacità! A presto, Stephanie

    • silviatralerighe il said:

      Ciao Stephanie. Grazie per aver commentato e grazie per i consigli. Vorrei sviluppare questa storia e i vostri consigli sono preziosi. In verità ho in mente di tornare a parlare di Riley e forse anche di Noah, sfruttando il tema del papà, ovvero l’argomento di marzo. E sarà decisamente un discorso più emotivo (o almeno credo e spero). Vedremo cosa uscirà fuori. Grazie ancora.

  6. Ciao Silvia!
    Arrivo anche io a leggerti 🙂
    La tua è una bella storia, triste e sofferta da un lato, ricca di speranza dall’altro. Utilizzi una vasta gamma di sentimenti legati all’amore, quello finito per Jason e quello appena nato per Noah, però, ed è un parere del tutto personale, forse sarebbe stato meglio concentrarsi solo su uno dei due in via esclusiva perché a volte ho avuto la sensazione che in entrambi mancassero dei dettagli o un po’ di profondità in più (intesa come una descrizione magari un po’ più centrata e meno vaga degli eventi).
    Personalmente, non condivido la scelta di Riley… avrei preferito mettesse in chiaro subito con Jason la situazione perché, ok che è Natale, ma la chiarezza prima di tutto. Poi anche la decisione di stargli accanto come sua ragazza pur non amandolo più… non so, avrebbe potuto affrontarla diversamente…
    Spero di non averti offesa!

    • silviatralerighe il said:

      Ciao Federica. Non mi hai offesa, anzi ti ringrazio per aver commentato. Faccio fatica a gestirmi nella stesura dei racconti. Magari con il tempo imparerò a dosare le informazioni. Nemmeno io le condivido le sue scelte. La sfida è stata proprio quella. Scrivere di un personaggio che agisce in maniera opposta da come farei io. Non è certo la protagonista perfetta, anzi. Avrebbe potuto parlare subito, ma non l’ha fatto. Certo, anche la sua decisione è discutibile e sono la prima a pensarlo. Lo pensavo sin dall’inizio, dal momento in cui iniziavo a scrivere di lei. Quindi non mi hai per nulla offeso. Perché avresti dovuto? Sei stata gentilissima con me. Grazie per aver commentato.

  7. Sorvolando sugli errorini che permeano il racconto -sfuggono sempre, cavoli… Capita anche me e pure nelle recensioni!-, devo dire che questa storia ha un enorme potenziale di base. Quindi, a livello di idea, hai fatto sicuramente centro 😉

    Quello che, però, si nota molto è il poco sviluppo che le hai dedicato 🙁 A mio avviso, se avessi regalato ai tuoi personaggi un agio maggiore, avrebbero potuto lasciare più il segno: un esempio eclatante è l’esplosione dell’amore fra Noah e Riley, bellissimo sentimento, certo, la cui nascita, però, non si è vista -ok che c’era il sentore ci fosse qualcosa, ma avrei voluto percepirlo davvero, giusto per calarmi nella scena e capire meglio il tutto-.

    Inoltre, la tua scelta di saltare dal presente ad altri periodi temporali induce leggermente alla confusione, secondo me: forse sarebbe stato più fluido, se avessi deciso di agire diversamente, non so, magari evitando di sottolineare questi “stacchi” amalgamandoli fra loro in un discorso più continuativo 🙂

    Per il resto, non ho molto da dire, sebbene, lo confesso, sia d’accordo con Debora: se ti fossi dedicata solo alla fine tragica dell’amore con Jason? Non parlo solo della brutta notizia che lui ha rivelato a Riley, ma anche della fiamma ormai spenta nel cuore della ragazza 🙂 Magari, così facendo, avresti scritto un racconto più, diciamo, “completo” e avresti potuto sfruttare un altro mese della rubrica per regalarci l’amore nuovo della ragazza, l’emozione che la lega ora a Noah intendo 😉

    Quindi, il mio consiglio -ti parlo da lettrice perché non sono assolutamente una scrittrice ahah Sarebbe bello lo fossi ahah- è di non avere fretta 🙂 Concentrati su una cosa e punta a quella 😉 Dopotutto, hai già le fondamenta per costruire un bellissimo edificio, Silvia ^_^ Usale senza timore 😉

    • silviatralerighe il said:

      Grazie mille, Lara. Grazie per avermi permesso di partecipare e di unirmi a voi. Si tratta della prima volta per me. Grazie anche per i preziosi consigli che mi hai regalato. Grazie anche per l’incoraggiamento. 🙂 Il povero Jason in effetti non l’ho preso troppo in considerazione, quando potrebbe avere un enorme potenziale, che potrei sviluppare nella versione estesa di questa stessa storia che sto scrivendo. L’ho solamente utilizzato come l’ostacolo alla coppia principale. Ho inoltre deciso di gettare molta carne sul fuoco, quando in effetti avrei potuto sfruttare un altro mese per la storia di Riley e Noah, ma ammetto che proprio loro due mi sono venuti in mente quando ho pensato questa storia. Sono stata davvero spietata con il povero Jason. L’ho sottovalutato. Scrivere un racconto per me è un’impresa difficile perché non sono dotata del dono della sintesi quindi ancora grazie per avermi permesso di partecipare e di mettermi alla prova. Grazie a te e a tutte voi per i preziosi consigli che mi state dando.

  8. Simona Busto il said:

    Una storia molto bella e delicata. Di crescita, speranza e maturazione.
    A volte la vita ci porta su un cammino diverso da quello previsto, ci fa deviare e poi sbandare di nuovo, ma il cuore alla fine trova sempre la propria strada.
    Ho apprezzato davvero il tuo racconto.

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