Playlist. L’amore è imprevedibile di Jen Klein. Recensione.

Trama. 

Che cosa c’è di meglio del momento in cui ti rendi conto che il liceo sta per finire e la tua vita vera sta per cominciare? Niente, June ne è convinta. Diciassette anni e le idee chiare sul futuro, non vede l’ora di lasciarsi alle spalle la cittadina in cui è cresciuta e tuffarsi a capofitto nella nuova avventura del college. Al contrario di Oliver, l’atleta più popolare della Robin High, che vorrebbe che l’ultimo giorno di scuola non arrivasse mai. June e Oliver non hanno davvero nulla in comune. Potrebbero non rivolgersi mai la parola. Potrebbero far finta di non conoscersi. E invece. Invece il destino ha voluto diversamente perché le loro madri sono amiche per la pelle e hanno deciso che Oliver accompagni June a scuola in macchina. Tutti i maledettissimi giorni. A un tratto, June e Oliver sono costretti a passare molto tempo insieme. Peccato che non abbiano niente, ma proprio niente di cui parlare. E allora decidono di mettere la musica. Ma cosa succede quando un’anima rock come quella di June, incontra una pop come quella di Oliver? Una guerra! Una sfida per il controllo della playlist… finché non accade qualcosa di completamente imprevedibile. Perché a volte basta  la canzone giusta al momento giusto e tutto cambia. 

La storia di June ed Oliver è molto carina e adatta ad un pubblico di giovanissimi perché è molto fresca e si lascia leggere con facilità.  Sono rimasta soddisfatta da questo romanzo e mi sento di consigliarlo. Ho trovato particolarmente interessante la scelta di inserire la musica ( il terzo protagonista di questa storia) e la sfida atta a determinare la playlist, però devo dire che a tratti ho considerato June un po’ antipatica ed eccessiva nelle sue reazioni. Il punto di vista è solo quello della ragazza quindi entriamo solamente nella sua testa, ma credo che sarebbe stato interessante anche viaggiare tra i pensieri di Oliver, e scoprire il suo punto di vista.  June è una ragazza che tende a togliere importanza agli eventi che determinano la vita di una liceale, che si limita a tirare avanti in attesa di entrare in quella che definisce la vita vera, finendo per non legare con i compagni di classe (tranne i suoi amici), che è portata a vivere di stereotipi e pregiudizi (una delle vittime è proprio il figlio della migliore amica di sua madre), a sminuire anche l’importanza delle persone che ha accanto ( basta pensare al suo primo fidanzato) e a guardare gli altri con un atteggiamento un po’ snob (i suoi libri, il suo modo di pensare, i suoi gusti musicali sono quelli giusti mentre quelli degli altri sono da denigrare). Oliver è tutto l’opposto, ovvero un ragazzo gentile, che pratica sport, che cerca di godersi la sua vita da liceale e di vivere con entusiasmo ogni momento, convinto che quello che diventerà in futuro, dipenderà anche dall’esperienza del liceo e in più in generale dall’adolescenza.  Gli anni del liceo non sono stati per me piacevoli come avrei voluto però devo dire che le esperienze che ho fatto tra i banchi di scuola, le persone che ho conosciuto hanno in parte determinato, nel bene e nel male, quello che sono ora. In particolare le mie amicizie più strette le ho incontrate proprio tra i banchi di scuola Credo che quell’età della mia vita, con i suoi aspetti negativi e positivi, mi abbia forgiato. Quindi io darei il mio punto ad Oliver, che ammiro per la solarità con cui affronta la vita e per la pazienza con cui tollera June. Infatti mentre parecchi adolescenti vengono emarginati dai compagni di classe, nel caso di June nessuno è crudele con lei, non tentano di escluderla ma è la stessa protagonista che si chiude in se stessa e respinge gli altri, togliendo importanza agli eventi, denigrando coloro che invece desiderano godersi una partita, partecipare ad un ballo, oppure ascoltare musica commerciale. Credo che il suo comportamento però sia spiegabile per il difficile rapporto con il padre (non voglio rovinarvi la sorpresa), credo che June voglia togliere importanza agli avvenimenti per non soffrire per l’assenza della figura paterna mentre li vive.

Oliver è un inno alla vita e devo dire che quando a rabbuiarsi per le troppe delusioni è stato lui, ho sofferto. Un personaggio così vitale, così generoso, genuino e ottimista non poteva ingrigirsi senza provocarmi del dispiacere, anche perché il giovane aveva tutti i motivi per essere depresso e rattristarsi.  June ha sbagliato molto con il protagonista maschile ma ha saputo ben riscattarsi. Stiamo comunque parlando di due adolescenti e durante l’adolescenza la vita viene percepita in maniera netta, non esistono i grigi, non esistono le sfumature, ma solo il bianco e il nero. Quindi June è più che giustificata. Mi piace molto il modo in cui l’autrice ha delineato i due protagonisti, meno i personaggi secondari. Ho gradito il fatto che Oliver e June fossero figli di due migliori amiche. Poverini, non avevano scampo. Dovevano frequentarsi per forza e conoscere i segreti delle madri che avrebbero preferito ignorare e che hanno provocato loro solamente problemi. Alla fine la nostra June imparerà ad assaporare i momenti, ad apprezzare le persone che ha accanto e i sentimenti che prova per loro.Una lettura delicata e piacevole.

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