Quando parlerò di te (I figli del sogno #1) di Nicola Accordino – Recensione: Review Party

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Oggi il blog partecipa al Review Party di Quando parlerò di te, il primo volume della serie I figli del sogno di Nicola Accordino. Ringrazio l’autore per la copia digitale in omaggio.

Oggi 24 giugno 2021 e domani 25 giugno il romanzo potrà essere scaricato gratuitamente su Amazon per il vostro Kindle. 

Quando parlerò di te -cover

Cerchi il solito male to male con scene piccanti e bellocci in prima di copertina? Questo non è il libro per te.

 

Qui troverai l’Amore raccontato, vissuto, sentito. Un Amore che graffia, che lascia i segni, che perdona ma non dimentica. Troverai un uomo, un padre, un figlio che soffre, che cade e si rialza. Troverai tanto su cui piangere, ridere e riflettere. Questo non è un libro per cuori pavidi o stomaci deboli. Questo è un libro per chi sa essere empatico e sopportarne il peso.

 

Segui Matteo in questo viaggio attraverso sé stesso e le sue debolezze, per giungere alla sua stessa conclusione: l’Amore è l’unica cosa per la quale valga la pena vivere e lottare.

 

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La mia opinione 

 

Quando parlerò di te tratta delle tematiche davvero importanti e attuali, che riguardano il mondo in cui viviamo. 

L’omofobia è una piaga per la nostra società e in questi giorni, con tutta le polemiche legate alla legge Zan e della reazione avversa del Vaticano, è ancor più attuale e al centro del dibattito.  Credo che ognuno di noi sia libero di amare chi desidera e di essere se stesso. In Quando parlerò di te vediamo il dolore che un padre provoca al figlio quando non ne accetta l’inclinazione sessuale, quando non riconosce le sue scelte di vita in tal senso e quando considera una vergogna e una disgrazia avere un figlio omosessuale.

Le pagine dedicate al rapporto che Matteo ha con il suo papà sono dolorose. L’autore è riuscito a trasmettere a chi legge tutta la gamma di sentimenti, anche contrastanti, provati dal protagonista, facendoci percepire tutte le sfumature del dolore e dell’insoddisfazione che lui sente nascere e svilupparsi dentro di sé.

In Quando parlerò di te ci si interroga anche sulle famiglie. Cosa possiamo considerare una famiglia? Sono d’accordo con Matteo e con l’autore. Per me la famiglia si fonda sull’amore, sulla dedizione reciproca. Due uomini o due donne  che si amano e il loro bambino devono essere considerati una famiglia, proprio come quelle formate dall’unione di due persone eterosessuali. Inoltre i figli sono di chi li cresce e non di chi si limita a metterli al mondo. 

Le pagine dedicate a Matteo e al piccolo George vi riempiranno di emozioni.

In Quando parlerò di te si rivendica il diritto universale alla ricerca della felicità: tutti abbiamo il diritto di provare ad essere felici. Per il protagonista, però, questa ricerca è particolarmente problematica. Matteo soffre per la codardia del suo ex compagno, per una società che è ostile alle coppie di omosessuali e alle persone LGBT.

In Quando parlerà di te si parla anche della Chiesa, che ostacola l’omosessualità, anche se i suoi ministri sono finiti sulle pagine di cronaca per tutta una serie di abusi su minori e atti di pedofilia, che hanno indignato l’opinione pubblica. 

L’Italia e Roma non piacciono molto a Matteo e nemmeno all’autore di questo romanzo. L’amore per Monaco di Baviera, città che ho avuto il piacere di visitare e conoscere durante una gita scolastica, è vivido. Lo comprendo. Comprendo il fatto che Matteo e lo stesso autore abbiano trovato lì una casa e un rifugio pronto ad accoglierli, visto che una vita serena e felice, in cui poter essere se stessi, era preclusa loro nel nostro paese. 

Però non sono d’accordo con tutto quello che ho letto. Paragonare una città minuscola come Monaco di Baviera con le sue piste ciclabili accanto ai marciapiedi al caos di Roma e dei suoi mezzi pubblici, con dimensioni e numero di abitanti nettamente superiori, mi sembra un azzardo. Sinceramente nella Capitale credo che sia  difficile pretendere di poter andare a lavoro in bicicletta, per esempio. L’esempio andrebbe fatto confrontando Monaco di Baviera con un altro centro di piccole dimensioni situato qui in Italia.  Insomma criticare l’Italia e spesso gli italiani ed esaltare le grandi città del Nord d’Europa, rischia di farci cadere in quelle generalizzazioni e in quegli stessi stereotipi che Quando parlerò di te dovrebbe aiutarci ad abbattere. Non tutti i romani sono volgari e chiassosi e non tutti gli italiani sono omofobi. Così come non tutti i tedeschi e gli olandesi sono perfetti.  Certamente l’Italia non è un paese per giovani, perché, come ci viene ricordato nel romanzo, non permette loro nemmeno di affermarsi nel mondo del lavoro, dove vengono costantemente sfruttati.

Un particolare mi ha dato un po’ fastidio, visto che sono una donna e che in questo romanzo si fa riferimento anche ai diritti e delle libertà che vanno riconosciute alle persone. Ho notato che spesso si parla in termini denigratori della scelta di un personaggio di ricorrere all’aborto. Ad un certo punto ci viene detto che questa donna è stata “costretta” a tenere il bambino o comunque è stata  convinta con moltissima insistenza dal compagno a farlo. Più volte la scelta di ricorrere all’aborto perché ancora non pronti per un simile passo, è stata definita con il termine egoismo. Vista la delicatezza del tema trattato, viste quante difficoltà incontrano le donne che scelgono di ricorrere all’interruzione di una gravidanza, mi sembra un po’ pericoloso e ingiusto affermare questo. Credo che esista anche il diritto per le donne di essere libere di  decidere sul proprio corpo, proprio come esiste quello di vivere pienamente il proprio orientamento sessuale. 

Questa è solamente una piccola precisazione che mi sono sentita in dovere di fare e che comunque non ha influito sulla mia valutazione del romanzo e sull’importanza delle tematiche che sono state trattate. 

Non posso non citare la meravigliosa amicizia che lega Matteo a Beatrice. Un amico c’è sempre, nei momenti di luce e in quelli di buio. Un amico cerca di salvarti da te stesso e dalle tenebre in cui stai per cadere. Un amico ti è accanto mentre combatti le tue battaglie e se può ti porge una mano per aiutarti a rialzarti. Questo ha fatto, secondo il mio punto di vista, Beatrice per Matteo. 

Il protagonista di Quando parlerò di te ha trovato la sua felicità? Lo scoprirete solo leggendo il romanzo. 

Lo stile di Nicola Accordino è diretto, semplice e scorrevole. La narrazione è in prima persona e sono presenti molti flashback. 

Assegno a Quando parlerò di te 5 stelle su 6. Consigliato.

 

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