L’archivio dei sogni spezzati di Elizabeth Buchan – Recensione: Review Party

Oggi il blog partecipa al Review Party de L’archivio dei sogni spezzati di Elizabeth Buchan. Una storia che vi trasporterà nell’Italia degli anni ’70.

Ringrazio la Nord Edizioni per la copia in omaggio.

 

 

 

 

C’è un archivio, a Roma, di cui pochi conoscono l’esistenza. Un archivio speciale, che raccoglie i ricordi e le testimonianze degli stranieri che in Italia hanno trovato la loro ultima dimora. Che siano morti per cause naturali, per un incidente o per un omicidio, di ciascuno l’Archivio Espatriati conserva i nomi e, a volte, i segreti. Come il diario in cui si imbatte la giovane Lottie, sepolto sotto una pila di carte in disordine…

 

Quando lascia l’Inghilterra nella primavera del 1977, Nina è convinta che Roma sarà l’ennesima tappa di un lavoro che non le ha ancora permesso di mettere radici. A trentasette anni, ha ormai rinunciato all’idea di crearsi una famiglia. Poi, però, incontra Leo. Gentile, affascinante e idealista, Leo è come un vento che a poco a poco spazza via tutte le sue certezze. Nina non si è mai sentita così felice. Ancora non sa che quell’amore sarà la sua rovina…

 

Leggendo il diario di Nina, Lottie ha l’impressione di avere molto in comune con quella donna vissuta quarant’anni prima: anche lei straniera in una città che non conosce, anche lei pronta a lasciare tutto per seguire l’uomo che ama. Per questo sente il bisogno di scoprire cosa sia successo a Nina e perché la sua vita sia stata stroncata nel momento in cui stava per sbocciare. Ancora non sa di essersi messa sulle tracce di un segreto che la riguarda molto da vicino…

 

 

 

La mia opinione

 

Il romanzo della Buchan mi ha catturata e mi ha fatto entrare con gradita prepotenza nell’esistenza di due donne straordinarie.

Due sono inoltre gli archi temporali in cui si snodano gli avvenimenti narrati ne L’archivio dei sogni spezzati: uno legato ai nostri giorni e l’altro che ci trasporta in un momento storico cruciale per Roma e l’Italia intera, ovvero la fine degli anni ’70, gli anni di piombo e il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro. Questi eventi non sono solo lo sfondo della nostra vicenda, ma assumono un ruolo da protagonisti perché guidano l’azione di molti personaggi principali nella narrazione e in alcuni casi ne determinano le sorti.

La Buchan non ha paura di analizzare quegli anni difficili e di mostrarci anche l’aspetto più temporale del Vaticano, l’ambizione della Curia e i legami tra la Chiesa e la politica, che si inseriscono in un quadro reso più complicato dalla Guerra Fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti. Non posso dirvi altro, però il modo in cui la Storia degli anni ’70 è stata narrata, vi terrà incollati alle pagine.

Tra le righe de L’archivio dei sogni spezzati ho letto anche l’amore dell’autrice per l’Italia e soprattutto per Roma. Nonostante i difetti, nonostante le peculiarità nostrane. In un certo senso, a modo suo, la Buchan celebra anche la straordinaria tradizione artistica del nostro paese.

Il punto di forza del romanzo sono Nina e Lottie, due donne che hanno vissuto nella stessa città, Roma, osservandola con gli occhi di due straniere. Due donne forti, determinate, spesso sole, pronte a tutto per scovare delle verità scomode e pericolose. Ho apprezzato la storia di Leo e Nina, il modo in cui è stata descritta, facendo ricorso a numerosi flashback. L’autrice è stata brava a rivelare ogni elemento al momento giusto, per poi condurre il lettore alla risoluzione del grande enigma riguardante la sorte di Nina.

Ne L’archivio dei sogni spezzati appaiono molti personaggi che si muovono nell’ombra. L’autrice li ha inseriti con maestria, riuscendo a far nascere in chi legge interesse e sospetto, spingendo tutti noi a formulare ipotesi e a indagare insieme a Lottie.

Lo stile della Buchan è semplice e diretto, dona molte informazioni storiche, artistiche e culturali senza appesantire il lettore e dimostrando di aver svolto un buon lavoro di ricerca.

Assegno a L’archivio dei sogni spezzati 6 stelle su 6.

Consigliatissimo.

 

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