La sindrome di Didone – Tracotanza di Christina Mikaelson: Review Party

 

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Oggi il blog partecipa al Review Party de La sindrome di Didone – Tracotanza, il nuovo romanzo di Christina Mikaelson. Si tratta del primo volume di una trilogia non autoconclusiva.

Ringrazio l’autrice per la copia digitale in omaggio.

La sintrome di Didone - cover

*PRIMO VOLUME NON AUTOCONCLUSIVO DI UNA TRILOGIA*

Roma 2006.
Cosa faresti se dovessi fingere di essere fidanzata col ragazzo che odi per conquistare quello che ti piace?
Caterina Farnesi frequenta l’ultimo anno del liceo classico. È una ragazza spigolosa, saccente e altezzosa che non vuol perdere tempo dietro ai ragazzi o ad altro che potrebbe distoglierla dal suo adorato studio. Purtroppo ha una cotta per il suo migliore amico Leonardo, a sua volta fidanzato con Beatrice, compagna di banco di Caterina.
Una mattina, Cat scopre un segreto scottante sul ragazzo che odia: il popolarissimo e irriverente rappresentante d’Istituto Adriano Greco. Lui è tutto ciò che lei detesta e approfitterà di questa occasione per ricattarlo e chiedergli di fingersi il suo ragazzo per fare ingelosire Leonardo. Ma cosa succederebbe se la finzione si mischiasse con la realtà e Caterina si rendesse conto che Adriano non è così terribile come credeva?

ESTRATTO:
Si chinò su di lei e batté il palmo sulla parete, accanto al suo viso. Quel gesto le fece quasi schizzare il cuore fuori dal petto. Il suo torace si gonfiava e sgonfiava a un ritmo frenetico.
«Puoi dirmi che ti faccio schifo, usarmi per fare ingelosire chi cazzo ti pare, darmi del bastardo, dello stronzo, del pezzo di merda, tutto quello che vuoi… Però questo no» ringhiò feroce, troppo vicino per respirare, troppo vicino per ignorare la sua voce vibrare di delusione o il suo profumo aspro. Troppo vicino per non osservare i lividi sulla sua faccia.
«Non riesco a crederti» sussurrò Cat, scossa da sensi di colpa che forse non avrebbe mai ammesso. Si schiarì la gola per far assumere alla propria voce un timbro più sicuro. «Delle cose che dici non mi fido neppure della punteggiatura.»

 

La mia opinione 

 

La sindrome di Didone – Tracotanza mi ha trasportato nuovamente ai tempi del liceo. Anche io, come l’autrice e i protagonisti del romanzo, ho frequentato il liceo classico. Mi sono rivista, poco più che diciassettenne, alle prese con la traduzione de la Medea di Euripide o con la testa china tra le pagine di Il e GI, i vocabolari di greco e latino. Il percorso di studi scelto dai protagonisti de La sindrome di Didone non resta sullo sfondo, ma è presente e vivido nella narrazione, ma accessibile anche per coloro che non hanno mai frequentato il liceo classico, perché l’autrice è davvero brava nel fornire le giuste spiegazioni. Mi sono in parte rivista anche in Cat, la protagonista. Come lei ho sempre preteso il massimo da me stessa, soprattutto in ambito scolastico e sono stata una frana nelle lezioni di guida. Insomma, la lettura de La sindrome di Didone è stato per me un vero e proprio tuffo nel passato, riportandomi tra i banchi di scuola e facendomi ricordare gli aneddoti, i timori e le preoccupazioni di quegli anni. 

I protagonisti principali de La sindrome di Didone sono Adriano e Caterina e a mio avviso sono il vero punto di forza del romanzo.  Christina Mikaelson è stata davvero brava a descriverceli, facendoceli sentire vicini, nonostante l’utilizzo della terza persona. Sono due leader carismatici, pieni di sé e arroganti, del resto peccano di Hybris , la famosa tracotanza a cui fa riferimento il titolo.  Sono troppo simili per andare d’accordo e i loro dialoghi si caratterizzano per la taglienza, giustificata solo dalla loro giovane età. Eppure l’attrazione tra i due riesce a uscire dalle pagine e ad emozionare chi legge. Caterina e Adriano, però, sono più profondi di quello che sembrano e dietro alla loro arroganza, si nasconde anche molta sofferenza. 

La protagonista femminile è oggettivamente troppo piena di sé per risultare simpatica, non solo ai compagni di classe, ma anche al lettore. Si posiziona su un piedistallo, tenendo tutti gli altri a distanza e nutrendosi di giudizi e pregiudizi. Si sente l’unica interessata davvero alla cultura, l’unica con un progetto di vita e finisce per restare sola, tenere tutti a distanza e per emettere sentenze affrettate, soprattutto ai danni di Adriano. Caterina, però, non è solo questo. Per quanto si senta immune dai problemi dell’adolescenza o mostri di non averne, è in piena crisi adolescenziale, alle prese con un amore che ritiene impossibile e che la spinge a prendere delle decisioni giustificabili solo a 18 anni. Nel suo lato più umano, io mi sono identificata.  A volte, però, bisogna mettere da parte l’orgoglio e chiedere aiuto agli altri. Di tanto in tanto è necessario aprirsi verso le persone che ci circondano. 

Adriano, il protagonista maschile  de La sindrome di Didone, mi ha stregata perché dietro la sua sicurezza si nasconde un mondo ancora tutto da svelare. Dietro la sua arroganza si cela una dolcezza tutta da scoprire. Non vedo l’ora di leggere i volumi successivi di questa trilogia, perché la Mikaelson ci ha lanciato alcuni indizi interessanti su Adriano, che secondo me ci porteranno verso dei grandissimi colpi di scena. 

Anche gli altrio personaggi de La sindrome di Didone sono piuttosto interessanti: mi aspetto molto da Leonardo, Beatrice, Nicola e Fabrizio.

Lo stile dell’autrice è davvero curato e il testo è privo di errori. La Mikaelson  ha davvero delle grandi potenzialità e sono certa che arriverà lontano. La lettura si rivela scorrevole. 

Grazie a La sindrome di Didone ho potuto salutare la me liceale e rivivere le emozioni di allora. 

6 stelle su 6. Consigliatissimo.

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