La repubblica del drago di R.F. Kuang (The Poppy War Vol 2) – Recensione: Review Party

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Oggi il blog partecipa al Review Party de La repubblica del drago, il secondo volume della serie The Poppy War scritta da R.F. Kuang. Ringrazio la Mondadori per la copia digitale in omaggio.

 

La repubblica del drago - cover

Già tre volte nella sua storia il Nikan ha dovuto combattere per sopravvivere alle sanguinarie Guerre dei papaveri. Il terzo conflitto si è appena spento, ma Rin, guerriera e sciamana, non può dimenticare le atrocità che ha dovuto commettere per salvare il suo popolo. E ora sta scappando, nel tentativo di sfuggire alla dipendenza dall’oppio e agli ordini omicidi della spietata Fenice, la divinità che le ha donato i suoi straordinari poteri. Solo un desiderio la spinge a vivere: non vuole morire prima di essersi vendicata dell’Imperatrice, che ha tradito la sua patria vendendola ai nemici. E l’unico modo per farlo è allearsi con il signore di Lóng, discendente dell’ultimo Imperatore Drago, che vuole conquistare il Nikan, deporre l’Imperatrice e instaurare una repubblica. Né l’Imperatrice, né il signore di Lóng, però, sono ciò che sembrano. E più Rin va avanti, più si rende conto che per amore del Nikan dovrà usare ancora una volta il potere letale della Fenice. Non c’è niente che Rin non sia disposta a sacrificare per salvare il suo paese, e ottenere la sua vendetta. Così si getta di nuovo nella lotta. Perché in fondo lottare è ciò che sa fare meglio.

 

La mia opinione

La Kuang è un’autrice eccezionale, considerando soprattutto la sua giovane età. Con La Guerra dei Papaveri l’autrice mi aveva favorevolmente colpito, per la sua grande capacità di narrare un mondo complesso e violento e ora con il secondo volume ha alzato l’asticella. Anche La repubblica del drago tratta delle tematiche forti, legate alla tortura, alla guerra e ai massacri. L’autrice ha volutamente scelto anche questa volta di non addolcire la pillola e di mostrarci un mondo violento, in guerra perenne e popolato di antieroi.
Ritroviamo la nostra Rin e la Kuang è stata davvero brava a descrivere lo stato d’animo di questa guerriera, lacerata dai sensi di colpa, dipendente sempre di più dall’oppio e pronta a eseguire gli ordini altrui, con il rischio di essere manipolata, pur di non pensare. Se dovessi riassumere con una sola parola le motivazioni che guidano la protagonista ne La repubblica del drago userei il termine vendetta. La voglia di vendicarsi di Rin la spinge verso decisioni pericolose per se stessa e per gli altri, anche a causa dell’impulsività che caratterizza questo personaggio fuori dal comune e dai poteri sciamanici straordinari. Inoltre anche Altan è più presente che mai, nonostante il suo triste epilogo. Per Rin, infatti, elaborare questo lutto è davvero difficile.
In questo secondo volume ritroviamo anche Nezha, che è uno dei personaggi che più amo. Scopriamo molto di più su di lui e sulla sua storia familiare e personale. Veniamo a conoscenza delle sue ferite e dei suoi tormenti e di un evento che lo ha segnato nel profondo quando era molto giovane. La relazione tra Nezha e Rin, che mi aveva già incanto ne La guerra dei papaveri, è ne La repubblica del drago sempre più interessante, piena di contraddizioni e dai risvolti imprevedibili, che ci doneranno non pochi colpi di scena. Non vedo di l’ora di ritrovarli nel prossimo volume perché, visto il modo in cui li abbiamo lasciati alla fine de La repubblica del drago, sono certa che ci regaleranno delle scene molto intense e sofferte. Non meno degni di nota sono le relazioni tra Kitay e la protagonista e tra Rin e Venka. Insomma se gran parte del volume è dedicata ai combattimenti, alle strategie belliche e agli orrori, c’è anche spazio per l’intrecciarsi di rapporti intensi e ben articolati.
Ne La repubblica del drago facciamo i conti con la guerra civile e con tutta una serie di guerre intestine e la domanda che ci poniamo è la seguente: davvero la repubblica farà il bene dei cittadini più del regime Imperiale?
Lo stile dell’autrice è molto chiaro, diretto e curato e nonostante le numerose descrizioni di combattimenti e carneficine e l’enorme mole di pagine, la lettura non risulta mai noiosa. Il ritmo è intenso perché non abbiamo mai tempo di riprendere fiato: siamo trascinati da una battaglia all’altra, da un colpo di scena all’altro.
La narrazione è in terza persona e il punto di vista privilegiato è quello di Rin.
In attesa del terzo e ultimo volume, assegno a La repubblica del drago 6 stelle su 6.

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