La grazia dei re di Ken Liu: Review Party

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Oggi partecipo al Review Party de La grazia dei re, il primo volume della trilogia della Dinastia del Dente di Leone dello scrittore cinese Ken Liu, edita dalla Mondadori.

La grazia dei re - cover

L’Imperatore Mapidéré è stato il primo a unire i diversi regni dell’arcipelago di Dara sotto il dominio della sua isola d’origine, Xana. Dopo ventitré anni, tuttavia, l’Impero di Xana mostra segni di debolezza. Mapidéré è sul letto di morte, i suoi consiglieri complottano mirando ciascuno al proprio interesse, persino gli dèi sembrano adirati. Come se non bastasse, decenni di crudeli angherie e di dispotico potere hanno fatto sì che la popolazione non abbia nulla da perdere da una rivolta, ma molto da guadagnare.

 

È questo il mondo in cui vivono Kuni Garu, un affascinante perditempo poco propenso alla vita onesta, e Mata Zyndu, l’impavido figlio di un duca deposto, discendente di una nobile stirpe particolarmente colpita dalla ferocia di Mapidéré, che ha giurato di vendicarsi. Sembrano l’uno l’opposto dell’altro, ma durante la ribellione contro il potere imperiale i loro sentieri si incrociano in modo imprevedibile: diventano amici inseparabili, fratelli, e insieme combattono contro immensi eserciti, serici vascelli volanti, libri magici e divinità dalle forme mutevoli. Ma una volta che l’imperatore è stato rovesciato, Kuni e Mata si trovano a capeggiare fazioni rivali, con idee molto diverse su come si dovrebbe guidare il mondo, e su cosa sia la giustizia.

 

La mia opinione

 

Ken Liu ci dona un epic fantasy davvero interessante,ma allo stesso tempo estremamente complesso.

Se vi aspettate una lettura leggera, questo libro non fa per voi. La grazia dei re, infatti, richiede una costante attenzione perché il mondo creato da Ken Liu ci introduce in una girandola composta da una moltitudine di personaggi, di eventi, di battaglie e di luoghi, che si susseguono nel corso degli anni. Numerosi, infatti, sono anche i salti temporali.

La grazia dei re è narrato in terza persona e assume un carattere corale : ogni personaggio è descritto alla perfezione, anche se non sono entrata davvero in empatia con loro. Durante la lettura, vi consiglio di consultare la lunga lista dei personaggi principali, collocata all’inizio del volume.

Le divinità delle isole a loro volta hanno un ruolo importante : parteggiano per una delle fazioni in lotta, prendono sotto la propria ala protettiva alcuni personaggi e tentano di ostacolare gli altri.

 

Uno dei punti di forza de La grazia dei re è il rapporto tra Kuni Garu e Mata Kyndu, che sono due personaggi agli antipodi.

Kuni è un perdigiorno, dedito agli alcolici e al divertimento, sempre pronto ad osare e a mettersi in gioco. Dimostrerà, però, di avere delle grandi doti diplomatiche e una particolare attenzione per il popolo. La sua mente è orientata al futuro e immagina un mondo diverso rispetto a quello del passato.

Mata invece è stato cresciuto secondo una ferrea disciplina militare e nella convinzione della superiorità dell’aristocrazia rispetto al resto del popolo. Lo sguardo di Mata sembra rivolto al passato pre – imperiale.

Molteplici sono i personaggi femminili degli di nota: Jia Matiza con la sua intelligenza e le sue doti da erborista, l’incantevole Kikomi, Lady Mira ma a mio avviso Gin Mazoti, una sorta di guerriera alla Mulan, ha una marcia in più rispetto alle altre e la sua storia mi ha colpito maggiormente.

Nel mondo creato da Ken Lu, infatti, ad un certo punto le donne decideranno di scendere in battaglia, sfruttando le loro doti tipicamente femminili e non rassegnandosi solo a un ruolo passivo.

 

Un romanzo intenso, non di facile lettura, pieno di personaggi ed eventi indimenticabili a cui assegno 5 stelle su 6.

Consigliato.

 

 

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