Il giardino delle ombre cinesi di Viviana De Cecco – Recensione: Review Party

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Oggi il blog partecipa al Review Party de Il giardino delle ombre cinesi, il meraviglioso romanzo di Viviana De Cecco.

Ringrazio la Genesis Publishing per la copia digitale in omaggio.

Il giardino delle ombre cinesi - cover

 

Sardegna, 1938.

Beatrice non ha mai conosciuto sua madre, morta subito dopo la sua nascita, ma un giorno riceve un pacco senza mittente contenente un misterioso origami a forma di rosa bianca con cui è possibile creare delle ombre cinesi sul muro e alcune lettere ingiallite dal tempo che rivelano una tremenda verità sulla morte della donna che l’ha messa al mondo. Chi ha deciso di far affiorare un terribile segreto di famiglia? Quali segreti le nasconde il suo severo e silenzioso padre?

Chi è l’enigmatico e affascinante giornalista Lorenzo, che si è trasferito nel vecchio palazzo dei suoi genitori subito dopo la Prima guerra mondiale?

Sarà Beatrice, attraverso quelle pagine scritte, a dover ricostruire l’esistenza di quella donna da lei sempre rimpianta. Scoprirà così una vicenda di passioni impossibili, tradimenti e cinici intrighi.

Sullo sfondo di una Sardegna anni Venti e Trenta, tra città, mare e vento selvaggio, si dipana la storia di una figlia che desidera far rivivere nel suo cuore l’immagine perduta della madre e delle ombre che ne hanno caratterizzato l’esistenza.

 

La mia opinione.

 

Viviana De Cecco ci regala un romanzo breve, ma di un’intensità rara. Durante la lettura de Il giardino delle ombre cinesi, grazie alla sua penna sapiente, ci trasporta nella Sardegna degli anni a cavallo tra le due guerre mondiali, facendocene assaporare l’atmosfera.

Ne Il giardino delle ombre cinesi l’autrice ci narra anche il legame tra una madre e una figlia che non hanno mai avuto la possibilità di conoscersi. Nonostante la crudeltà delle persone a loro vicine e i segreti per troppo tempo taciuti, quando giungerà l’ora della verità, finalmente Beatrice potrà riconoscersi in sua madre Liliana e riscoprirsi solo sua figlia.

Il vero punto di forza de Il giardino delle ombre cinesi è Liliana, con la quale il lettore non può non entrare in empatia, comprendendo anche le scelte da lei compiute e perdonandole quella sua ingenuità, che la rendeva un pesciolino solitario circondato da un branco di squali.

Liliana che sceglie di sposarsi perché sogna di poter avere un futuro felice e che finisce per fare i conti con la crudeltà e l’indifferenza di alcuni personaggi, per poi essere manovrata da altri. La solitudine di questa ragazza, così giovane ma allo stesso tempo sfortunata, è stata resa alla perfezione dall’autrice. Non mi soffermerò a descrivere Lorenzo e Rodolfo perché temo che potrei fornirvi troppi spoiler, ma posso solo affermare di averli odiati.

Viviana De Cecco ci apre le porte delle case di cura degli anni ’20, quei posti che separavano i ricoverati da un mondo esterno pieno di vita per condannarli alla totale solitudine. 

Lo stile dell’autrice è curato e quasi poetico, perfetto per trasportarci negli anni ’20 e ’30 del ‘900.

La capacità di Viviana De Cecco di descriverci le atmosfere e i luoghi di quel periodo è l’altro vero punto di forza de Il giardino delle ombre cinesi. Assegno a questo romanzo 6 stelle su 6. Consigliatissimo. 

Il giardino delle ombre cinesi - calendario

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