Storytelling Chronicles #5: Il figlio dell’ambasciatore di Silvia Bucchi

Cover di Tania

Anche questo mese il blog partecipa alla rubrica Storytelling Chronicles, ideata da Lara del blog La nicchia letteraria. Nel mio racconto trovate di nuovo Han So Ra e Choi Hyo Jun, subito dopo il loro primo bacio. La ragazza, però, ricorda anche la sua amicizia con il figlio dell’ambasciatore, di cui Hyo Jun era stato molto geloso.

Storytelling Chronicles #5

Mese : Giugno

Tema: Mare

Titolo : Il figlio dell’ambasciatore

Autrice: Silvia Bucchi

Passeggiamo felici e spensierati sulle rive del lago. Mi perdo negli occhi di Hyo Jun e non mi importa di nulla: né della banda delle bulle, né di tutto quello che è accaduto a scuola e nemmeno di essermi trasformata in un cliché vivente, degno della migliore serie televisiva asiatica o americana. Sono solo felice, confusa, profondamente innamorata e non riesco a non pensare al bacio, il nostro primo bacio, che ci siamo scambiati. Tanti pensieri mi frullano per la testa, ora che abbiamo deciso di diventare una coppia. Mi domando quando i suoi sentimenti per me abbiano iniziato a cambiare .

«Siamo sempre stati due amici, quasi fratelli. Quando è successo? Voglio dire, in quale momento ti sei reso conto di provare un sentimento romantico nei miei confronti?» chiedo, mentre mi conduce di nuovo verso la panchina, posta nei pressi del lago. Ci sediamo, sempre tenendoci per mano.

 

«Eravamo al mare, a Gyeonpgo Beach. Tu avevi legato particolarmente con Bak Si Seop, il figlio dell’ambasciatore. Mi scoprii profondamente geloso. Non avevo mai provato dei sentimenti simili.» confessa con un sorriso

 

«Si Seop è stato l’unico del tuo mondo a trattarmi come un essere umano e non come un’arrampicatrice sociale. Era davvero interessato a me e al Bukhansan.» Sorrido ed inizio a ricordare.

 

Due anni prima

 

Come ogni famiglia altolocata che si rispetti, anche i Choi avevano una casa per le vacanze. La dimora estiva della migliore amica di mia madre sorgeva a Gyeonpgo Beach, una pittoresca località marina, situata sulla costa orientale.

Era un posto davvero meraviglioso, dove i ragazzi facevano surf, organizzavano falò sulla spiaggia o frequentavano dei locali pittoreschi e pieni di vita, situati sul lungomare. Le acque cristalline erano il sogno di ogni sub.

Gyeonpgo Beach era, però, anche il luogo in cui tutte le famiglie legate ai Choi da rapporti d’affari o di amicizia, trascorrevano le loro vacanze. In realtà anche in quei momenti di relax al mare, il presidente Choi e i suoi amici non smettevano mai di lavorare: venivano organizzate feste eleganti, che permettevano anche ai ricchi rampolli di socializzare, in attesa del giorno in cui avrebbero dovuto ereditare le multinazionali delle loro famiglie. Si discuteva di affari e si preparavano gli accordi per la prossima stagione. Ero stata già altre volte in vacanza con i Choi a Gyeonpgo Beach, ma io e Hyo Jun eravamo dei bambini e non ci veniva imposto di partecipare agli eventi mondani. Trascorrevamo le nostre giornate sulla spiaggia con le tate, mentre il mio migliore amico scattava fotografie mozzafiato al mare e al passeggio. Quell’anno, invece, il presidente Choi aveva deciso di introdurre Hyo Jun tra le persone che contavano. Era una sorta di apprendistato perché un giorno sarebbe toccato proprio al mio amico organizzare queste feste e intrattenere gli ospiti. Quello era il mondo di Hyo Jun ma non il mio. Agli occhi degli amici di famiglia dei Choi ero una sorta di strana creatura, priva dei mezzi e dell’istruzione adeguati, che sfruttava l’amicizia e il denaro dei suoi ricchi conoscenti, per entrare nel bel mondo. Non ero povera; ero semplicemente una ragazza normale, che frequentava una scuola normale, con una nonna che lavorava come funzionario in un parco nazionale. Un lavoro onesto che ci consentiva di vivere senza preoccupazioni e che mi avrebbe permesso di pagare la retta di una buona università. I Choi e i loro amici, però, appartenevano a un altro universo. A Gyeonpgo Beach, durante i ricevimenti, gli uomini nei loro smoking eleganti e le signore in abito lungo mi riempivano di complimenti davanti alla famiglia Choi, ma alle loro spalle ridevano di me, mentre le loro figlie mi evitavano come un’appestata.

Ovviamente facevo in modo che i miei ospiti non si accorgessero del trattamento che mi veniva riservato. Del resto, ero lì per trascorrere del tempo con la migliore amica di mia madre e non per intrattenere le viziate figlie di un milionario.

Ero certa che non avrei conosciuto delle persone interessanti, durante quella vacanza, ma mi sbagliavo perché Bak Si Seop, il figlio dell’ambasciatore, fece ingresso nella mia vita, in un giorno qualunque, mentre le onde si infrangevano sulla sabbia. La villa dei Choi aveva un acceso diretto alla spiaggia. Chi voleva prendere un po’ di sole, oppure bagnarsi nell’oceano, doveva solamente scendere le due rampe di scale che dal giardino conducevano verso il mare.

Ero scesa in spiaggia e osservavo il mare, fantasticando su Lee Min Hoo, il mio attore preferito e sul suo ultimo drama. Avrei riservato ancora un paio di minuti alla fantasia e poi mi sarei abbandonata all’ennesima rilettura del manga Hanayori Dango, ma la voce di Hyo Jun scombussolò tutti i miei piani e mi riportò bruscamente alla realtà. Il mio amico era giunto in spiaggia, ma non era da solo. Vicino a lui c’era un altro giovane, che doveva anche lui condividere la passione di Hyo Jun per il surf, visto che avevano una tavola a testa.

I ragazzi mi raggiunsero e Hyo Jun mi regalò un sorriso dolcissimo mentre mi spiegava che le onde erano perfette quel giorno.

«So Ra, ti presento Si Seop, un mio mio caro amico. Suo padre è l’ambasciatore Bak e per questo motivo tutta la famiglia vive in Germania per gran parte dell’anno.» mi spiegò il giovane Choi.

 

Osservai con attenzione il nuovo venuto. Era davvero affascinante anche se non quanto Hyo Jun, Il figlio dell’ambasciatore mi ricordava uno dei miei attori preferiti, Woo Do Hwan. Aveva inoltre il fisico di un nuotatore, ovvero spalle larghe e vita sottile e quindi ai miei occhi sembrava perfetto. Mi aspettavo, però, che mi avrebbe trattato con la stessa sufficienza degli altri amici dei Choi, quindi immaginai che non avrei avuto molte occasioni per parlare ancora con lui e per conoscerlo. Non ero preparata alla gentilezza del suo tono di voce e alla stretta calorosa della sua mano sulla mia, mentre si presentava.

 

«Finalmente conosco la ragazza del Bukhansan. Morivo dalla voglia di incontrarti. Hyo Jun mi ha parlato spesso di te. Amo la natura e tu vivi in un vero e proprio Paradiso Terrestre.» mi spiegò Si Seop. Scoprii così che era un grande amante dei Parchi Naturali e delle escursioni. Durante quel primo incontro non potemmo approfondire la nostra conoscenza, perché Hyo Jun lo trascinò in acqua e i due ragazzi trascorsero l’intero pomeriggio a surfare. Mi abbandonai così alla lettura di Hanayori Dango e mi lasciai coinvolgere dalle avventure di Tsukushi e Tsukasa, i due protagonisti. Tsukushi era stata catapultata come me nel mondo dell’alta borghesia, ma non si era piegata davanti al volere dei bulli e non si era nemmeno lasciata intimorire dai pettegolezzi crudeli dei loro ricchi genitori. Era una ragazza tosta e mentre leggevo il manga mi resi conto che frequentare Hyo Jun e il suo ambiente mi aveva trasformata davvero in un cliché.

Con mia grande sorpresa incontrai Si Seop molte volte, durante quella strana estate. Parlavamo della nostra comune passione per la natura e per il ramen instantaneo che veniva distribuito nei Parchi Nazionali ai turisti. Ci raccontevamo i nostri aneddoti di viaggio e scoprimmo di condividere una passione per il campeggio. Si Seop trascorse ore a descrivermi le meraviglie della Foresta Nera e, più in generale, della Germania. Spesso eravamo da soli perché Hyo Jun era stato completamente assorbito dagli impegni che il padre aveva programmato per lui, il futuro erede di una multinazionale. Sentivo molto la sua mancanza, ma la compagnia di Si Seop lenì la mia solitudine. Mi insegnò a surfare e insieme passammo molte ore a pescare e a raccogliere conchiglie. Scoprimmo alcune località costiere ed esplorammo la meraviglia dei fondali marini.

I giorni trascorsero sereni e l’estate giunse al termine. Per celebrare la fine della bella stagione, la sera prima della partenza per Seul, la famiglia Choi era solita organizzare un party. Choi Sin Ha mi aveva regalato un meraviglioso abito rosso da indossare, il trucco era perfetto, così come l’acconciatura, ma mi sentivo ugualmente un pesce fuori dall’acqua. Hyo Jun e i suoi genitori erano impegnati ad intrattenere gli ospiti e a stringere alleanze. Sapevo che il mio amico avrebbe voluto starmi vicino, ma non desideravo che venisse meno ai propri obblighi. Più volte le figlie dell’alta borghesia coreana avevano dato segno di non voler trascorrere il loro tempo in mia compagnia, visto che si dileguavano ogni volta che tentavo di avvicinarmi a loro.

Raggiunsi il giardino e, senza volere, ascoltai una conversazione che mi riguardava da vicino.

 

«Ho cercato di avvertire Sin Ha sul conto di quella ragazzina. Lei, però, sembra adorarla e non presta molta attenzione ai miei consigli. Mi sembra chiaro che Han So Ra ha puntato Hyo Jun. Purtroppo per colpa di queste arrampicatrici sociali, le brave ragazze come la mia So A rischiano di perdere ciò che gli appartiene. Non avrei dovuto spedire mia figlia in Europa, dove non può difendere il suo territorio.» si lamentò la signora Gang, che come al solito non perdeva l’occasione per ferirmi.

Una sua amica tentò di consolarla, affermando con assoluta sicurezza

«Sembra proprio che il giovane Choi non sia l’unico partito presente nella lunga lista di Han So Ra. La pupilla di Sin Ha ha trascorso tutta l’estate in compagnia di Bak Si Seop, con il consenso dello stesso ambasciatore, che sembra soggiogato da quella ragazzina.»

Dovevo ormai essere abituata alle loro critiche e ai loro pettegolezzi, ma ogni volta riuscivano a ferirmi. Mi avvicinai alle scale che conducevano verso l’oceano e giunsi in spiaggia. Mi tolsi le scarpe e immersi i piedi nel mare. Il contatto con l’acqua sembrò calmarmi. Non dovevo curarmi delle chiacchiere di quelle signore ingioiellate, che mi vedevano come una minaccia per le loro figlie. Il giorno dopo sarei tornata al Bukhansan e dalla mia adorata nonna. Avrei lottato per realizzare i miei sogni e non avrei perso né l’amicizia di Hyo Jun né quella di Si Seop. Mi asciugai le lacrime e sussultai, quando qualcuno posò una mano sulla mia spalla. Mi voltai e lo vidi. Illuminato dalla luce della luna, che si rifletteva nell’acqua, il figlio dell’ambasciatore era davanti a me.

«Non devi permettere a quelle persone di condizionarti. Non sei solo tu la loro vittima. Si fingono l’una amica dell’altra, ma è solo finzione. Non appena la signora Gang si allontanerà, la sua amica inizierà a spettegolare su di lei con qualche altro invitato.»

 

«Hai ascoltato la loro conversazione?» domandai, anche se conoscevo benissimo la risposta. Pensai a quello che la madre di Gang So A e la sua amica avevano detto riguardo alla mia amicizia con il figlio dell’ambasciatore e diventai rossa per la vergogna.

Si Seop mi abbracciò e mi strinsi a lui. Restammo a lungo così, l’uno accanto all’altra, uniti in un abbraccio e cullati dal rumore delle onde, finché non mi calmai. Non so che  cosa  accadde ma all’improvviso sentii le labbra di Sì Seop accarezzare le mie, mentre il mio cuore batteva forte e le mie costose scarpe nuove venivano lasciate cadere sul bagnoasciuga. Il mare, le stelle e la luna furono gli unici testimoni del mio mio primo bacio.

 

Torno con la mente al presente. Si Seop è ancora oggi un mio amico. Ricevo molte cartoline dalla Germania. In alcune sono rappresentate le meravigliose montagne bavaresi o i maestosi alberi della Foresta Nera. Sono certa che sarà contento di ricevere una mia email con tutte le novità su di me e il suo amico. Mentre il sole tramonta sul Bukhansan, Hyo Jun ed io ci avviamo verso casa, abbracciati e finalmente felici.

 

Copyright @ 2020 Silvia Bucchi

 

Questo racconto è un’opera di fantasia . Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono prodotto dell’immaginazione dell’autrice o se reali , sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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16 commenti su “Storytelling Chronicles #5: Il figlio dell’ambasciatore di Silvia Bucchi

  1. Debora il said:

    Ciao Silvia. Anche stavolta, il racconto è equilibrato, ben scritto e, soprattutto, un quadro abbastanza preciso del mondo che hai deciso di continuare a raccontarci. Il covo di vipere è sempre pronto a mordere la protagonista, che però può contare sia su se stessa, sia su persone che la trattano per ciò che è. Il ritmo non è certo serrato perché non ci sono veri e propri momenti di suspense, però non si può dire che la storia sia noiosa o piatta. Ho trovato “un mio mio caro amico”, “al mare e al passeggio” (passeggio doveva essere paesaggio?), pittoresca e pittoreschi vicini nel testo.
    Mi piacerebbe vederti uscire un po’ di più dalla tua comfort zone, se posso dirtelo, perché fin qui ho capito che su certe cose te la cavi discretamente bene. Chissà… Alla prossima.

  2. Silvia Bragalini il said:

    Ciao Silvia!
    Ormai l’appuntamento con te è quasi “seriale”, ed è un piacere ritrovare questi personaggi che impariamo sempre di più ad apprezzare. Lo stile è come sempre piacevole e curato. Devo ammettere che grazie a te sto scoprendo un mondo del tutto nuovo, che ha in comune alcuni elementi con la nostra civiltà occidentale, ma ne ha degli altri del tutto originali. Anche io sarei curiosa di leggere qualcosa di diverso, ma mi andrà benissimo, come lettrice, anche proseguire con questa serie!

  3. Susy T il said:

    Ormai questo mondo asiatico fa parte di te e si vede tutte le volte che scrivi una storia. E’ il tuo elemento e si nota sempre, molto brava

  4. Stephi il said:

    Ciao Silvia, devo dire che questa storia man mano che va avanti mi incuriosisce sempre di più, per la capacità che hai, in ogni nuovo appuntamento, di aggiungere un tassello al filone che rende il tutto sempre più chiaro e interessante. Penso sia evidente la tua capacità di scrivere dei buonissimi racconti, dai sempre un ottimo equilibrio allo scritto e riesci senza alcuna fatica a tenere il lettore incollato al testo. È davvero interessante poi scoprire questo mondo passo dopo passo: crei una bella finestra sulla società orientale e permetti anche a chi, come me, ne è del tutto lontano di avvicinarsi e farsene un’idea ben precisa, cosa non scontata! Si vede poi che questo è un mondo che ti affascina, lo si percepisce ad ogni lettura. Sono curiosa di scoprire se nei prossimi appuntamenti della rubrica continuerai a raccontarci di Han So Ra e Choi Hyo Jun oppure ci porterai in nuovi mondi. 🙂 A presto, Stephi

  5. Marianna il said:

    Premetto di adorare i kdrama, di essere diventata una vera fan di quel mondo a dir poco meraviglioso e ritrovarne traccia in questo racconto mi ha favorevolmente colpita. Solo per questo ti dico: perfetto tutto! Non basta amare qualcosa per saperla rendere memorabile ma qui abbiamo un buon punto di partenza. Dai commenti delle altre ho potuto captare che sia cosi? Che non si tratta di una scelta a caso…

    • silviatralerighe il said:

      Ciao Marianna. Grazie. Si, ci sono altri due racconti dedicati a questi due personaggi, pubblicati proprio per questa rubrica.

  6. Anne Louise Rachelle il said:

    Ciao Silvia! Come sempre riesci a trasportarmi nel mondo dei drama con una semplicità disarmante. Ho sempre la sensazione di stare guardando una puntata e la fregola di sapere cosa succede è sempre lì in agguato. Anche questa volta hai saputo descrivere personaggi e temi con delicatezza, espressività e potenza narrativa. La forma è sempre molto pulita, senza particolari artefici letterari. Che dire, complimenti! Non vedo l’ora di leggerti ancora, magari con qualche altro genere e nuovissimi protagonisti da amare… Alla prossima 🙂

  7. Lo sai che mi piace un sacco il tuo stile e l’ambientazione orientale quindi anche questo racconto posso dire di averlo promosso a pieni voti. Sono reduce dalla fine della serie di Love Alarm su Netflix (ce ne ho messo di tempo per vederlo ma almeno adesso ho la mia opinione in merito) e la tua storia è stata una bella ventata di aria fresca in queste calde giornate, una consolazione e delizia per gli amanti del korean drama come me. Davvero brava.

  8. Ciao. Anche questo episodio della storia che riguarda i due protagonisti che abbiamo già visto è scritto bene e equilibrato con tutti i dettagli che offri. Sono sincera, ho dei problemi con i nomi ma prima o poi li imparerò senza stare ogni volta a farmi i collegamenti del tipo: questo è tizio quindi l’altro è caio e parlano di sempronio. Mi sto facendo schemini e alberi genealogici nella mente in pratica. xD
    L’unica cosa è che mi sembra che i racconti creino tanti dettagli, costruiscano l’ambiente e i contorni, ma vorrei vedere un po’ di azione, qualche intrigo o mistero, è come se mancasse qualcosa.
    Alla prossima.
    Liv

  9. Ciao Silvia 🙂
    Sono contenta di ritrovare questi due giovani protagonisti, soprattutto di mettere insieme i pezzi tra il primo racconto e il secondo visto dai due rispettivi punti di vista. Parto con il dirti che il tema del mare è trattato molto bene, perché permette a So Ra di vivere finalmente un’esperienza normale, anche se le serpi non tardano a farsi vedere e a minare il suo carattere comunque forte. Perciò, da questo punto di vista brava!
    Anche a livello stilistico, il racconto è scritto molto bene e ci sono giusto due refusi (che mi pare ti abbia segnalato già Debora). È sempre una bella sensazione ritrovare ambienti e personaggi familiari, che tra l’altro ti escono davvero molto molto bene, ma anch’io vorrei vederti un po’ osare e allontanarti dalla tua comfort zone. Massimo ti facciamo noi da paracadute 🙂
    Brava e alla prossima
    Federica

  10. Eccomi anche io a commentarti <3

    Allora, come sempre, la tua bellissima prosa ci accompagna in quel della Corea del Sud e sto apprezzando tantissimo che tu stia portando avanti la storia di Han So Ra e Choi Hyo Jun, un passo alla volta, quasi passeggiando mano nella mano con i tuoi personaggi e i tuoi lettori :3 A ogni pezzo nuovo che aggiungi, il mio cuore si stringe sempre più intorno alla disavventure della ragazza, sempre e costantemente sbeffeggiata dalle "riccone" per la sua estrazione sociale 🙁 Spero che un giorno avrà la sua rivalsa su quelle gorgoni che pensano solo ai soldi U_U

    Ammetto che, però, come Debora ha sottolineato, mi piacerebbe vederti scrivere di qualche altro argomento, non perché tu non sia brava in questo -anzi, è il contrario, credimi ahah <3 -, ma perché penso tu possa spaziare davvero su tutto 😉

  11. Simona Busto il said:

    Mi ha fatto piacere leggere un altro capitolo di questa storia d’amore.
    Il tuffo nel passato è molto bello e ben costruito.
    Sarei curiosa di scoprire cosa penserà davvero il figlio dell’ambasciatore di questi sentimenti sbocciati mentre lui è lontano.
    Grazie di avermi fatto scoprire un universo che mi è sconosciuto. Lo apprezzo molto.

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