Un regalo sotto l’albero: Se io non avessi te di Emanuela Valle

Un regalo sotto l'albero - Roggero

In occasione dell’evento Un regalo sotto l’albero, vi segnalo il romanzo Se io avessi te di Emanuela Valle. Buone feste.

Un regalo sotto l'albero - Se io non avessi te - cover

Titolo: Se io non avessi te
Autore: Emanuela Valle
Casa Editrice: More Stories
Prezzo kindle: 2,99 €
Prezzo formato cartaceo: 11,43 €
Genere: Young Adult
Data di pubblicazione: 16 settembre 2019

TRAMA:
Luisa ha diciotto anni e una sorella gemella con la quale condivide tutto, compreso il
sogno di diventare una stilista di successo. Le due ragazze sono uguali, sono le
reginette della scuola, hanno una vita sociale praticamente perfetta ma Luisa nasconde
un segreto: è innamorata del ragazzo della sua gemella. Un giorno incontra per caso
Marco, un nerd con la passione per le spade laser, il calcio e la musica. Non hanno
niente in comune, lui è il suo esatto opposto, frequenta persino una scuola rivale.
Eppure le vite di due sembrano destinate a continuare incrociarsi.
Tre eventi, due ragazzi e una storia che si divide tra le rive del lago di Como e la vita
notturna di Milano con un contorno di risate, colpi di scena e scampoli di seta. Riuscirà
Marco a cattura l’attenzione di Luisa? E lei saprà dire basta a un sogno per iniziare a
vivere una storia vera?
MINIBIO:
Emanuela Valle è nata e cresciuta in Brianza, ama leggere e scrivere fin da quando era
bambina. Vive la sua vita come la protagonista di un chick lit, destreggiandosi tra mille
lavori, risate continue e avventure a non finire sognando un principe azzurro
dall’accento british.

Un regalo sotto l'albero - Se io non avessi te- card

 

«Certo che sei proprio una rompiscatole» commenta, passandosi una mano tra i
capelli, con fare nervoso. «Adorabile, ma pur sempre una stracciapalle» ripete con
l’ombra di un sorriso sul viso. Le mie labbra si piegano per contraccambiarlo, in un gesto
istintivo, ma per fortuna mi blocco in tempo.
«Io? Una stracciapalle? Ma brutto cretino, bugiardo e stronz…» reagisco prendendolo
a pugni sul petto, in mezzo alla strada, con il rumore di sottofondo delle macchine che
sfrecciano lungo la statale che porta verso il lago.
«Ti amo» sbotta, interrompendo il mio sfogo, lasciandomi di sasso.
«Oh merda» dice qualcuno alle mie spalle.
È quello che avrei detto pure io, asserisco nella mia testa.

«Sì, sono io, stracciapalle. Ma non ti avevo detto di stare buona? Perché non fai mai
quello che dico?» sento sussurrare all’orecchio. Dev’essere un’allucinazione, una
fantasia, ma è la migliore che abbia mai avuto e anche la più realistica. Appoggio la testa
sul suo petto, chiudo gli occhi solo per un momento e mi lascio andare.
«Perché tu non eri con me. Tu non ci sei più o forse non ci sei mai stato. Sai, a volte
ho l’impressione che sia stato tutto un sogno. Mi manchi, Marco. Mi manca tutto di te.»
«Mi manchi anche tu, strega. Dio solo sa quanto mi manchi, Luisa.»

Mi fermo un attimo, il tempo necessario per bloccare il treno dei ricordi e riportarmi
al presente, cercando le parole migliori per spiegare quello che provo. «Mi è piaciuto da
subito. Era ironico, elegante, intelligente. Prima che diventasse il ragazzo di Luce siamo
stati migliori amici. Siamo molto simili, quasi uguali»
Marco alza un sopracciglio. Sembra perplesso.
«Pensi che le anime gemelle debbano somigliarsi?»
«Io non… Non lo so. Non ho mai riflettuto su questo aspetto. Non ne ho idea. So solo
che mi piace avere tante cose in comune con lui. Questo dovrebbe essere alla base di
ogni rapporto. Mio padre ha questa teoria delle conchiglie, sostiene che siamo come
delle conchiglie rotte in attesa di ritrovare la nostra gemella che ci completi.»
«Credi che lui sia l’altro pezzo di conchiglia?»
«Non lo so. Forse vorrei che lo fosse.»
Arrivati davanti al cancello, scende e viene ad aprirmi la portiera come un
gentiluomo.
«Guarda che riesco anche da sola» commento sarcastica.
«Lo so, ma così posso stare ancora un po’ con te.»
«Scemo. E dai… lo so che vuoi solo una scusa per toccarmi» lo stuzzico, riprendendo
una delle frasi che usa spesso con me.
«Rompiscatole.»
Rido, di nuovo. Da questa mattina non mi sembra di avere fatto altro con lui.

Si avvicina a me, gioca con i miei capelli e mi guarda dritto negli occhi.
«Diamoci una possibilità, Lu. Almeno permettimi di esserti amico, per ora. Poi si
vedrà» tenta di convincermi e ci sta riuscendo.
Poi si vedrà. Diventa sempre più difficile ricordarmi le ragioni per cui non devo
cedere.
Avvicina la sua bocca alla mia. Non faccio in tempo a fermarlo, e a dire la verità,
neanche voglio farlo. Le sue labbra catturano le mie in un bacio capace di risvegliare
tutti i sensi sopiti.
«Gli amici non si baciano» commento quando mi riprendo.
«Non gli amici speciali» replica sorridendo, con il respiro affannato.

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